Economia

In Veneto più mutui, ma il settore ripartirà solo nel 2016

  • Abbonati
  • Accedi
costruzioni

In Veneto più mutui, ma il settore ripartirà solo nel 2016

Ancora non sono convincenti i segnali di ripresa. Per una concreta ripartita del settore delle costruzioni in Veneto se ne riparlerà solo nel 2016. «Questo dicono i dati – ha spiegato il presidente di Ance regionale Giovanni Salmistrari -. In otto anni di crisi ha chiuso il 50% delle imprese del settore, abbiamo lavorato il 50% di ore in meno, mentre il quantitativo dei prestiti bancari alle imprese edili è sceso del 75%».

« Registriamo un inversione di tendenza nell’andamento economico, ma non si può ancora dire che ci siano le condizioni perché il mercato sia ripartito». I dati del mercato delle costruzioni in Veneto sono stati presentati nel Rapporto congiunturale sull’industria del settore. Nel 2014 le ore lavorate sono diminuite del 6,9% rispetto al 2013; gli operai iscritti hanno evidenziato una riduzione tendenziale del 8,3%, mentre il calo delle imprese si è attestato al 6,9%. Dal 2008 al 2014 gli occupati nelle costruzioni si sono ridotti di 74.600 unità, dei quali 49.400 lavoratori dipendenti e 25.200 lavoratori indipendenti. Nel solo 2014 i fallimenti hanno registrato un ulteriore aumento del 2% rispetto all’anno precedente e i posti di lavoro sono scesi del 4,3%. Per quanto riguarda l’anno in corso, il comparto registrerà una riduzione degli investimenti del 2%, pari a circa 250 milioni di euro in termini assoluti.

Ma qualcosa di positivo sta succedendo: l’aumento dei mutui erogati alle famiglie per l’acquisto di un’abitazione (+11,1% nel 2014), del numero di abitazioni comprate e vendute (+5%) e dei bandi di gara pubblici di taglio inferiore ai 50 milioni di euro (+15,2%). «Molto si può fare per rilanciare il settore – ha detto il presidente Ance -. Ad esempio, migliorare i fattori che possono rendere attrattivo il territorio dal punto di vista turistico, come la sistemazione di strade o strutture turistiche. Lavorare sui ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, i cui tempi sono arrivati all’assurdo di 180 giorni di attesa, limite temporale che persino le banche non accettano più perché non ci sono garanzie di pagamento. In questo senso, abbiamo chiesto che la finanziaria regionale Veneto Sviluppo possa essere utilizzata come strumento di garanzia per questi crediti».

L’Ance propone inoltre di ripartire dalla rigenerazione urbana e dalle piccole opere, «non le grandi infrastrutture che agevolano i grandi gruppi e lasciano fuori le piccole e medie imprese di cui è fatto questo tessuto produttivo», ha aggiunto Salmistrari. A scopo propositivo è stata fatta una ricognizione delle opere regionali rapidamente cantierabili, ovvero in avanzato stato di progettazione, ma prive di finanziamento o il cui avvio è bloccato a causa del Patto di stabilità interno. La ricognizione, realizzata in base alle segnalazioni degli enti locali, ha evidenziato la presenza di 436 opere ad alto “impatto sociale”, edifici scolastici (27%), opere di riqualificazione urbana (19%), manutenzione delle strade (11%) e mobilità urbana (10%), che potrebbero sbloccare investimenti per 160 milioni di euro. Finanziabili, ad esempio, con i fondi europei: il Veneto potrà contare da qui al 2020 su 3 miliardi di fondi Ue, dei quali 2,2 della nuova programmazione 2014-2030 e circa 730 milioni di quella 2007-2013. «Per usare i fondi in maniera efficiente – ha continuato il presidente Salmistrari – occorre una governance regionale forte, perché la spesa non si perda in mille rivoli o investimenti non coordinati tra loro».

© Riproduzione riservata