Avanti adagio, ma comunque avanti. Dopo il buon dato sulla produzione industriale, anche dal lato dei ricavi marzo si conferma un buon mese per l’industria italiana, con vendite in crescita dell’1,3% rispetto al mese precedente, dello 0,9% in termini tendenziali. Su base annua, tuttavia, il risultato dell’industria è ben più robusto, lievitando al 2,3% se si elimina la componente energia, frenata (-14,6%) dalla discesa dei listini.
Una crescita targata ancora una volta “auto”, migliore settore in assoluto con un balzo del 22,6%, sesto mese consecutivo in crescita a doppia cifra, con ordini ancora tonici, in aumento di quasi 15 punti.
Sui ricavi industriali inizia a sentirsi l’effetto della ripresa del dollaro, che almeno in parte influenza il buon dato delle vendite estere, in crescita del 4,5%, mentre il mercato interno flette di quasi un punto. Ancher in questo caso, però, l’inversione di rotta appare evidente: si tratta infatti del miglior dato da maggio 2014.
Scomponendo il dato per macrosettori, la ripresa è più ampia per i beni strumentali (+4,6%, al sesto mese consecutivo in crescita) ma il segno più si allarga anche ai beni di consumo non durevoli e, marginalmente, ai beni intermedi.
Oltre che per l’auto, sono in ripresa i ricavi anche per alimentare, tessile, farmaceutica, elettronica, apparati elettrici e macchinari mentre cedono terreno chimica e industria del legno.
Qualche delusione arriva invece dagli ordini, dove il confronto mesile destagionalizzato è negativo per tre decimali mentre l’indice grezzo, in crescita del 2,7%, beneficia comunque della giornata lavorativa in più presente a marzo 2015.
Il bilancio del primo trimestre per il fatturato industriale resta negativo dello 0,7% ma escludendo dal calcolo l’energia c’è in realtà un recupero dell’1,2%. Nessuno scatto da centometrista, ma almeno la direzione è quella giusta.
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