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Dossier Le farine «laureate» di Casillo in vetrina a Expo

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    Dossier | N. 10 articoli

    Le farine «laureate» di Casillo in vetrina a Expo

    Non capita tutti i giorni di ricevere due riconoscimenti in contemporanea. Uno nella patria Puglia, dove conquista il premio Industria Felix come migliore azienda della regione secondo una serie di parametri che vanno dalla profittabilità alla carica innovativa; l’altro dalla banca di riferimento, Intesa Sanpaolo, che la seleziona per ospitarla nei propri spazi all’Expo di Milano come eccellenza nazionale nel suo campo di attività.

    Si tratta del Gruppo Casillo di Corato, in provincia di Bari, con radici profonde oltre cinquant’anni nel settore molitorio, il cui fatturato consolidato – comprensivo di commercio, trasporti, energie rinnovabili, servizi, vendite dirette – raggiunge nel 2014 il traguardo di 1 miliardo di euro con un balzo del 22% sull’anno precedente. L’attività tipica dà origine a otto tipologie di prodotto che vanno dalla pizzeria alla panetteria, dai pastifici alla pasticceria, dalle semole d’autore alle farine speciali, dalla grande distribuzione a programmi particolari del tipo Madre Pietra Padre Grano

    Strategica, per esempio, la collaborazione con l’Università di Foggia per ricercare il modo di trasformare una proteina dura da digerire come il glutine in alimento buono per gli allergici e i celiaci che anche in Italia stanno aumentando di numero e cominciano a rappresentare un mercato interessante. La costante relazione con il mondo degli studi è alla base di una qualità inseguita con intenzione perché in certi contesti o si diventa i migliori o semplicemente non si è.

    Non poteva mancare, dunque, la Casillo, sulla passerella milanese dell’Esposizione universale dove il tema, “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”, sembra fatto apposta per mettere in evidenza le caratteristiche dell’impresa che vanta un’attenzione maniacale per consumatori che non si accontentano di mangiare bene perché aspirano a una sana alimentazione funzionale a una buona forma fisica. La crescita dell’export ne è una conferma.

    Poiché non di solo business si vive, il gruppo pugliese fa da sponda all’iniziativa «Made in Carcere» fondata a Lecce con il proposito di insegnare un mestiere alle donne detenute perché possano una volta libere avviare un’occupazione che le tenga distanti dalle cattive tentazioni. Rivolta a giovani disagiati è invece la scuola di basket che si propone di creare nuovi campioni della pallacanestro dando una possibilità a chi non ha mezzi per dare corpo ai propri sogni.

    Il patron Pasquale Casillo - solo omonimo dell’ex re del grano un tempo a capo di un impero che comprendeva squadre di calcio e giornali – è consapevole delle difficoltà da dover fronteggiare ogni giorno per mantenersi competitivi e nonostante i successi conseguiti mantiene i piedi per terra. Raggiungere risultati partendo dal Mezzogiorno, spiega a chi lo interroga, è sempre più complicato. E ci si può riuscire solo a patto di accettare molti sacrifici.

    Riassumendo i pregi dell’azienda, una nota di Intesa Sanpaolo dettaglia i motivi che hanno trasformato un’antica vocazione in una realtà guidata dalla tecnica: attenzione alla sicurezza alimentare, avanzate tecnologie di macinazione, processi produttivi certificati, rigorosi controlli, tracciabilità di materie prime e prodotti finiti, silos di stoccaggio che garantiscono la qualità costante del grano, piattaforma di logistica e distributiva con oltre 8.000 posti pallets, laboratorio sperimentale.

    Anche per questo agli oltre 300 dipendenti distribuiti negli stabilimenti di Corato, Altamura, Pozzallo di Ragusa e Rovato di Brescia, più altri gestiti “in regime di affitto”, se ne aggiungono con sempre maggiore frequenza di giovani e laureati per mantenersi all’altezza di una clientela con esigenze crescenti come Barilla e Garofalo. Più povera è la materia prima, questo l’insegnamento, più valore si deve sviluppare.

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