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Discovery punta sullo streaming online e in Italia lancia Dplay

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Discovery punta sullo streaming online e in Italia lancia Dplay

PARIGI - L’Italia continua a ritargiarsi un ruolo di primo piano nelle strategie di Discovery. Dopo la riorganizzazione messa a punto alla fine dello scorso anno, arriva un altro indizio di come il Belpaese sia considerato centrale nelle strategie della media company basata in Usa (Discovery Communications) ma che fuori dagli Stati Uniti ha ormai raggranellato un business anche superiore racchiuso sotto il cappello di Discovery Network Internationals. Nel 2014 il 50,3% dei ricavi totali, pari a 5,5 miliardi di euro, sono arrivati dall’estero. Ora la percentuale è salita al 55 per cento. Oggi intanto, a Parigi, i vertici mondiali del gruppo - il numero uno di Discovery Communications David Zaslav; il presidente di Discovery Network Internationals JB Perrette e Peter Hutton, Ceo di Eurosport (broadcaster sotto il controllo di Discovery da metà 2014) - hanno annunciato l’Italia come uno dei tre Paesi in cui avverrà il lancio di Dplay, il servizio di streaming video di Discovery.

In questa Ott television confluiranno i contenuti di Discovery e di Eurosport, nell’ottica dell’on demand che sta muovendo le strategie delle media companies. «Dopo aver costruito la leadership nella nostra offerta di pay tv, ora vogliamo ancora dimostrarci aggressivi sul mercato, lanciando questo prodotto in un meracto chiave, con l’idea di raggiungere un milione di sottoscrittori al 2017», ha detto Perrette in conferenza stampa con i giornalisti.

Dplay, a questo indirizzo nella sua versione Beta, sarà gratuito in Italia mentre richiederà la sottoscrizione di un abbonamento negli altri Paesi oggetto dell’annuncio di ieri (Danimarca e Svezia) e nel Paese che ha fatto da apripista lo scorso anno: la Norvegia.

Oggi a Parigi - dove l’incontro con i giornalisti si è tenuto in occasione al Roland Garros, dove si sta svolgendo il torneo del grande slam di cui Eurosport ha i diritti di trasmissione - è stata anche l’occazione per Zaslav, Perrette e Hutton per fare il punto sulla situazione e sui progetti del gruppo. «Il nostro focus è stato sempre sui contenuti e sugli investimenti. E anche in momenti di crisi abbiamo investito nei contenuti», ha detto il numero uno di Discovery Communications, David Zaslav, ricordando i «2 miliardi di dollari spesi lo scorso anno proprio per lo sviluppo dei contenuti» e di essere a Parigi mentre si festeggiano i 30 anni del gruppo. «Abbiamo circa 3 miliardi di abbonati in tutto il mondo - ha aggiunto - e una media di 10 canali locali in più di 200 Paesi». Gli Stati Uniti, ha aggiunto in un altro passaggio Zaslav sono un mercato «molto competitivo», mentre fuori dagli Usa la situazione per Discovery pare essere paradossalmente migliore: «Noi produciamo tutti i nostri contenuti - ha aggiunto Zaslav - e questo è un enorme vantaggio. Produciamo questi nostri contenuti in 52 linguaggi. E questo è un elemento differenziante». Per Discovery quindi «l’Europa è un nuovo mercato emergente».

Qui arriva la parola chiave: locale. Sia Zaslav sia Perrette hanno molto calcato l’accento su questo aspetto, e sulla necessità che si vada verso una sempre maggiore localizzazione, cosa che sarà visibile anche nella partita dei diritti sportivi per esempio. Altro punto chiave è il focus su contenuti vecchi e nuovi. «Kids e Sport sono i nostri “contenuti imprescindinili”», ha spiegato Perrette. Accanto a questo però si esploreranno anche altre opportunità, in arrivo dalla fiction. Per ora solo negli Usa, dove sugli schermi andrà una fiction ispirata alla storia di William Harley e Arthur Davidson, approdata poi al successo dell’Harley-Davidson.

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