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Sciopero all’Ikea, l’azienda rilancia il dialogo con i…

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GRANDE DISTRIBUZIONE

Sciopero all’Ikea, l’azienda rilancia il dialogo con i dipendenti

Oggi sciopero in molti punti vendita Ikea, per la vertenza sull’integrativo disdettato dal gruppo svedese. Delle 16 ore di sciopero proclamate lo scorso 29 maggio dai sindacati di categoria- aderenti a Cgil, Cisl e Uil -, le prime otto erano nella disponibilità dei singoli punti vendita, che si sono coordinati al punto di aver scioperato quasi tutti in contemporanea. Filcams-Cgil parla di «alta adesione in molte città: più del 95% a Firenze, 90% a Napoli cosi come a Carugate, più dell'80% a Corsico e oltre il 60% a San Giuliano; adesione oltre il 70% a Brescia e Roma, a Bologna più del 95%, solo i manager all'interno del negozio, mentre a Genova l'azienda è stata costretta alla chiusura il punto vendita. Il taglio delle maggiorazioni per il lavoro domenicale è uno dei temi più sentiti dai “co-workers” (come li chiama Ikea) : un part time, e in questa azienda sono il 70% dell'intero organico, rischia di perdere fino a 1.500 euro all'anno.«Non è giusto che un'azienda che domina incontrastata il mercato come Ikea faccia pagare a noi la crisi, più di quanto non si sia già pagato» rilancia una nota della Filcams-Cgil citando una lavoratrice part-time anonima - .Abbiamo contribuito con il nostro lavoro al grande successo di questa multinazionale in Italia, e non vogliamo veder crollare 25 anni di contrattazione in un attimo. Lotteremo per difendere i nostri diritti». «Oggi abbiamo visto la prova generale dello sciopero nazionale, del quale non è stata ancora decisa la data ma che potrebbe essere indetto già la prossima settimana - dichiara Giuliana Mesina della segreteria nazionale Filcams-Cgil -.«Il 12 giugno abbiamo l'incontro con l'azienda, già fissato da tempo, dove saremo decisi a proseguire nella trattativa, ma senza che ci vengano imposti ricatti come quello che l'azienda ha provato a fare con la disdetta». Il gruppo svedese leader mondiale nella distribuzione di prodotti per la casa in punti vendita di grandi dimensioni sottolinea che si vuol proseguire la linea del dialogo ma che le condizioni dell’integrativo vanno rimodulate. «Per Ikea i propri collaboratori sono la risorsa più importante. Da sempre ne rispetta i diritti e vuole continuare ad offrire loro condizioni di lavoro ed economiche migliori rispetto al mercato esterno» afferma l'azienda in una nota nel giorno dello sciopero. «La criticità perdurante dell'attuale contesto economico e concorrenziale - si legge nella nota - ha spinto Ikea Italia a decidere di non rinnovare automaticamente
il contratto integrativo aziendale di cui alcuni temi risalgono al 1993 e altri al 2000, con l'obiettivo di ridiscuterne i contenuti». Ikea «vuole arrivare a firmare un nuovo integrativo, che sia in linea con il nuovo contesto economico e sociale e assicuri basi solide allo sviluppo futuro della presenza di Ikea in Italia. Questo sforzo congiunto di revisione tra azienda e sindacati ha l'obiettivo di assicurare solidità ai posti di lavoro esistenti, aprire nuovi punti vendita e creare nuova occupazione». I contenuti dell'attuale contratto integrativo «continueranno ad essere regolarmente applicati», assicura ancora la società,
garantendo di non voler cancellare le maggiorazioni festive e domenicali, «ma solo discutere su come renderle più eque per tutti (oggi alcune sono al 130% mentre altre al 30%), e su come ripartire meglio le presenze».

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