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Barovier&Toso va alla Oikia 3 di Invernizzi

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acquisizioni

Barovier&Toso va alla Oikia 3 di Invernizzi

Barovier&Toso, la vetreria più antica del mondo (il primo Barovier è del 1295), ha ceduto il 95% delle quote societarie alla Oikia 3, società che fa capo a Rinaldo Invernizzi, uno dei fratelli della storica azienda ex proprietaria della Galbani. A vendere la maggioranza delle quote – per una cifra che non è conosciuta – è stata Officina dell’Arte, veicolo di investimento detenuto dai fondi AVM Private Equity e DVR&C Private Equity, e Vetrai28, società facente capo alla famiglia Barovier.

Officina dell’Arte vende la partecipazione dell’80% detenuta nella società dopo circa cinque anni dal suo investimento iniziale, mentre Vetrai28 e Iacopo Barovier continuano a rimane nella compagine societaria, seppure con una partecipazione ridotta. Iacopo Barovier è confermato presidente e amministratore delegato di Barovier&Toso garantendo, in questo modo, la salvaguardia della tradizione e la continuità della gestione.

La centenaria azienda dell’isola veneziana di Murano, leader nel settore dell’illuminazione decorativa in vetro e punto di riferimento per gli operatori del settore, che conta tra i suoi clienti Dolce&Gabbana, Dior, Louis Vuitton, Cartier, ma anche catene alberghiere come Four Seasons, Ritz Carlton e Marriott, occupa attualmente circa 80 dipendenti e ha chiuso il passato esercizio con 15 milioni di euro di fatturato, un Ebitda di 2,6 milioni e oltre 1,1 milioni di utile. Dopo aver scelto, nel 1995, di abbandonare la produzione di oggetti artistici e dedicarsi solo all’illuminazione decorativa puntando sul design innovativo, ha recuperato le quote di mercato perse a causa della crisi del settore e ora esporta circa l’80% della produzione.

Il 2015 è stato finora caratterizzato da una crescita a due cifre degli ordinativi – a fine maggio si registrava un incremento del 15% sul 2014 - e con questa operazione prosegue il percorso già avviato con l’ingresso precedente dei fondi di investimento per dare stabilità al futuro. «Dopo l’esperienza molto positiva con Officina dell’Arte, era giusto pensare a un ulteriore consolidamento della struttura della società – ha dichiarato Iacopo Barovier -. La strada prescelta, in modo concorde tra tutti i soci di Barovier&Toso, è stata quella di individuare un partner appassionato, credibile e con una visione di lungo termine. Oikia 3 ha tutte queste caratteristiche. Vedo inoltre in modo molto positivo che Barovier&Toso oggi rientri nuovamente nell’ambito di una proprietà familiare, il più prossimo alla sua storia e alle sue caratteristiche. Lo spazio per crescere è ancora molto e sono certo che il nuovo assetto societario darà un contributo molto importante ai programmi di sviluppo».

«Mi ha fatto piacere - aggiunge Barovier - che i nuovi investitori abbiano valutato nel giusto modo e con grande interesse il modello di business che Barovier&Toso, grazie anche al contributo di uno staff di collaboratori di grande qualità, ha implementato nel corso degli anni. Sarà questo collaudato sistema di lavoro il driver principale su cui costruire e sviluppare i progetti futuri».

Rinaldo Invernizzi, cui fa capo la Oikia 3, società di diritto italiano interamente posseduta da Oikia (UK) Limited, società con sede in Gran Bretagna operante nei settori del design, hospitality e immobiliare attraverso società controllate localizzate in Europa, così commenta l’operazione: «Barovier & Toso è uno dei marchi esistenti e in attività più antichi al mondo, globalmente riconosciuto per la creazione di soluzioni di illuminazione decorativa in vetro di Murano. Le generazioni che si sono succedute alla guida della società sono state in grado di preservare e custodire i valori legati alla tradizione vetraria muranese, tradurli nella produzione di oggetti con un forte connotato artistico, coniugando il tutto con una gestione aziendale organizzata ed efficiente, che ha consentito alla Società di crescere in modo sano e redditizio nel corso degli anni. Sono convinto che la secolare storia di successo della società, la tradizionale proprietà famigliare, il forte aspetto artistico e la “venezianità” siano valori da preservare e su cui basare i futuri programmi di sviluppo».

Gli advisor dell’operazione sono stati: per Officina dell’Arte, lo Studio Pedersoli e Associati di Milano; per Vetrai28, lo Studio Grimani&Pesce Dottori Commercialisti di Venezia-Mestre; per Oikia3, lo Studio Pirola Pennuto Zei & Associati.

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