Migliorano i consumi, con una crescita congiunturale ad aprile dello 0,5%, la più elevata degli ultimi due anni, dopo il -0,1% di marzo. L'incremento tendenziale è dello 0,8% (+0,4% a marzo). Il dato è dell'Ufficio studi della Confcommercio ed esce in occasione dell'assemblea annuale della confederazione, oggi ad Expo Milano.
La crescita dello 0,5% registrata in particolare dall'Indicatore dei Consumi Confcommercio deriva da un aumento della domanda sia di servizi (+0,6%) e sia di beni (+0,4%). Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, le variazioni positive hanno riguardato soprattutto i beni e i servizi per la mobilità (+2,5%), grazie al buon andamento delle vendite di auto ai privati, gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa (+0,9%) e i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,6%). È stato invece modesto l'incremento registrato per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%). Stabile, rispetto a marzo, la domanda di alimentari, bevande e tabacchi e quella dei beni e servizi per la casa. In lieve calo la spesa per abbigliamento e calzature (-0,2%), in linea con il mese precedente, e per i beni e i servizi ricreativi (-0,1%).
Per Confcommercio nel 2015 il pil crescerà dell'1,1% e i consumi dell'1,2 per cento. Secondo le previsioni dell’Ufficio studi della confederazione dei commercianti nel 2016 il pil crescerà dell'1,4% e i consumi dell'1 per cento. «La ripresa c'è, ma restano dubbi sulla sua intensità», segnala Confcommercio, citando i «nuovi elementi di incertezza» a maggio e i cali della fiducia di famiglie (-2,1%) e delle imprese (-0,1%). Sono flessioni attribuibili al contesto interno e tali preoccupazioni «sono la principale insidia alla trasformazione della ripresa statistica in vera crescita economica».
Secondo l’Ufficio studi Confcommercio, inoltre, agli attuali tassi di crescita di pil, consumi e reddito disponibile, solo tra 15 anni, nel 2027, si tornerà al pil pro capite del 2007. La spesa delle famiglie pre-crisi si rivedrà nel 2030. Il reddito disponibile nel 2034. Per ridurre il recupero a 6-8 anni servirebbe un tasso di crescita doppio.
Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, con il Jobs Act «il Governo è andato finora nella giusta direzione. Sul costo del lavoro ci aspettiamo dei ribassi, non solo dei rialzi». «Sul tema del lavoro - prosegue -, è tempo di semplificazione delle norme, e di tutti quegli adempimenti e quei controlli eccessivi». Per trasformare la ripresa in crescita, afferma Sangalli, è però necessario intervenire sulla spesa pubblica. Questa, aggiunge Sangalli, «non è solo troppo alta, ma è anche mal distribuita», serve una «lotta alle inefficienze, costante negli anni e nelle intenzioni e la ridefinizione del perimetro della spesa pubblica».
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