Economia

Identikit dell’imprenditore innovativo: vincente grazie alle emozioni

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imprese sotto la lente

Identikit dell’imprenditore innovativo: vincente grazie alle emozioni

Qual è il segreto delle imprese anti-fragili? Cosa vuol dire fare innovazione? Quali sono gli strumenti più adatti per aiutare le imprese ad essere maggiormente innovative? Sono domande a cui il progetto Innovarea, messo in piedi dall’università Ca’ Foscari di Venezia grazie all’impegno di uno staff di docenti guidati dal professor Carlo Bagnoli, fornisce accurate risposte. Dopo anni di lavori, arrivano i risultati: si tratta di sette ricerche dedicate alle imprese italiane che disegnano un identikit dell’impresa anti-fragile.

Tutto ruota attorno all’innovazione, un mantra che, però, si declina in modi e forme diversi. E fra i risultati più sorprendenti, spicca quello secondo cui l’innovazione non deriva da profonde conoscenze tecniche: gli imprenditori più innovativi si contraddistinguono per il possesso di un insieme di soft skills legate alla capacità di gestire relazioni, di realizzare progetti con tenacia, di pensare fuori dagli schemi e di interrogarsi costantemente su cosa cambiare.

Vincono le competenze trasversali, in primis l’accoppiata pensiero strategico-pensiero diagnostico, cioè la capacità di capire lucidamente le cause e contemporaneamente definire una risposta strategica. Il mezzo per fornire una risposta strategica è l’osservazione, cioè la capacità di cercare continuamente stimoli, idee, ispirazioni anche da settori diversissimi da quelli in cui si opera. L’imprenditore è, per così dire, sempre all’erta per riconoscere opportunità, fonti di potenziale business. Il passaggio successivo è la realizzazione dlle idee facendo leva sul farsi motore del cambiamento in prima persona.

Sono fondamentali le competenze relazionali: empatia, consapevolezza organizzativa (capacità di riconoscere il funzionamento della propria organizzazione) e lo sviluppo degli altri inteso come capacità di sviluppare il proprio team, di essere un coach in grado di saper coinvolgere e convincere gli altri della propria idea.

Nelle imprese performanti, l’innovazione è vista come una capacità organizzativa e non come una capacità individuale. L’azienda che si configura come innovatore seriale ha due “marchi di fabbrica”: è ambidestra, ovvero capace di ricercare l’efficienza sia nelle attività ripetitive ma anche in nuovi approcci e sperimentazioni, ed è aperta, verso l’esterno ma anche verso l’interno. Il network di collaborazioni e partnership è denso e vario e il coinvolgimento del personale nelle attività innovative è ampio e interdisciplinare.

Cosa determina, invece, la capacità di resistere e reagire alla crisi? Per prima cosa creare e soprattutto rendere esplicita una “cultura” aziendale che trascenda il prodotto e il mercato servito e che faccia riferimento ad una serie di valori più ampi che possano fungere da guida nelle decisioni dei collaboratori. Secondo “must” è la capacità di portare a sintesi, piuttosto che di avversare, culture e valori diversi, introdotti in azienda sia dai nuovi assunti, sia da cambiamenti nello scenario competitivo. Insomma, un’identità aziendale che si nutre e si rafforza attraverso continue ibridazioni con culture e valori differenti.

C’è, poi, il capitolo finanziario. Secondo l’analisi di Ca’ Foscari, le imprese anti-fragili sono quelle che hanno pensato ad utilizzare “bene” il denaro. Ciò significa selezionare gli impieghi per concentrare gli investimenti dove c’è capacità di remunerare i rischi di impresa. Non è un caso che molte delle imprese censite come anti-fragili fossero in difficoltà nei primi anni 2000: essendosi “ripensate” per tempo, sono arrivate ad affrontare la crisi con le giuste regole del gioco.

Infine l’internazionalizzazione: per vincere sui mercati serve orientarsi verso una differente prospettiva di sviluppo. Serve in altri termini un passaggio culturale da export a internazionalità: dalla tensione verso l’internazionalizzazione all’essere internazionali, dal fare all’essere. Apprendere dall’internazionalizzazione genera un nuovo modello di business che a sua volta genera innovazione. Il lavoro di ricerca svolto dal progetto Innovarea ha portato anche ad un risultato “digitale”: la creazione di TrendLab, portale gratuito, realizzato in collaborazione con IBM, in grado di fornire suggestioni e nuove idee nel mondo delle tendenze del futuro prossimo. Vestendo i panni di veri e propri “cacciatori di trend” in grado di selezionare idee, dati e modelli capaci di gettare una nuova luce sul futuro, 16 studiosi e ricercatori hanno realizzato un portale gratuito, costantemente aggiornato e di agile consultazione. «TrendLab non vuole diventare l’ennesimo player nel settore - spiega Carlo Bagnoli -, bensì essere selezionatore di buone idee da condividere. L’obiettivo è ispirare le piccole e medie aziende italiane informando ma anche creando una cultura d’impresa legata a un taglio molto concreto».

Hanno contribuito alla realizzazione delle ricerche i professori di Ca’ Foscari Fabrizio Gerli, Marco Vedovato, Giovanni Vaia, Vladi Finotto, Giorgio Stefano Bertinetti, Andrea Pontiggia, Tiziano Vescovi, e Stefano Biazzo, dell’università di Padova.

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