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Lavorare nella musica: per l’estate soltanto o per tutta la vita

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lavoro & carriere

Lavorare nella musica: per l’estate soltanto o per tutta la vita

Se ai tempi del liceo suonavate e sognavate di sfondare in campo musicale ma poi la vita vi ha portato in un’altra direzione, sappiate che non è detta l’ultima parola: la “filiera” della musica, in barba alla crisi, offre ancora opportunità lavorative. Che si tratti dell’impiego di un’estate sola o quello di tutta la vita.

Da un lato c’è infatti l’industria dei concerti che in un anno genera più di 300mila posti di lavoro “a chiamata”, dall’altro la discografia che, a seguito di un delicatissimo processo di assestamento, cerca profili in tre direzioni: A&R (artisti e repertorio), tecnologie digitali e sfruttamento economico del diritto d’autore. Il settore si è rimesso in pista: secondo l’ultimo rapporto «Io sono cultura» di Fondazione Symbola e Unioncamere, la musica nel 2014 ha prodotto un valore aggiunto di 428 milioni per un totale di 5mila lavoratori stabili. Sul versante discografico, «gli ultimi anni – spiega il presidente di Fimi, Enzo Mazza – sono stati caratterizzati da una complessa fase di riorganizzazione, al termine della quale il comparto ha ritrovato un punto di equilibrio nella divisione al 50% dei ricavi tra fruizione digitale e vendita dei supporti fisici. E le aziende hanno ricominciato a guardarsi intorno».

Il comparto dei concerti, secondo il presidente di Assomusica Vincenzo Spera, «attraversa una fase di grande vivacità testimoniata dagli incassi in crescita. Le aziende organizzano più eventi e si moltiplicano le opportunità di lavoro per i cosiddetti “stagionali” della musica», i contrattisti a chiamata che svolgono tutte le mansioni necessarie all’organizzazione di un evento. Con il quadro attuale, secondo Assomusica, in un anno i concerti generano oltre 317mila posti di lavoro a chiamata. Con professionalità, responsabilità e retribuzioni molto diverse: si va da un direttore di produzione che può arrivare a 600 euro a serata, ai rigger (arrampicatori da palcoscenico) che si attestano intorno ai 400 euro, fino alle mansioni meno qualificate, la cui giornata base è pari a quella di un barista o di un cameriere. Una parte del personale è direttamente legata alle produzioni e segue l’intero tour, un’altra – assunta da aziende dell’indotto – viene reclutata sul territorio.

Lo sforzo organizzativo maggiore riguarda gli eventi da stadio che impiegano dalle 500 alle mille unità ciascuno. «Se consideriamo i soli tour negli stadi – sottolinea Roberto De Luca, presidente di Live Nation, impresa leader di settore – in un’estate diamo lavoro ad almeno 12mila persone». Live Nation è una multinazionale e, sul proprio sito web, offre ai più intraprendenti 34 opportunità di carriera. Con base nel Regno Unito, però. Poi ci sono i festival. Il Lucca Summer, evento clou della D’Alessandro & Galli, impiega 1.200 persone. «Ci piacerebbe far crescere le opportunità di lavoro stabile – spiega Mimmo D’Alessandro – ma la legislazione italiana non offre adeguato sostegno a chi fa una scommessa del genere». Barley Arts, storica agenzia di Claudio Trotta, conta di reclutare nel medio termine tre collaboratori, nelle aree marketing, commerciale e social.

Più complessa – perché minori sono i posti disponibili - è la strada che porta a lavorare per le case discografiche. Che comunque assumono: «Entro i prossimi due anni – spiega Antonio Labate, direttore Hr di Sony Music – l’idea è mettere in squadra sei persone, equamente divise tra i segmenti digitale, A&R e brand partnership». Sul primo fronte si cercano «profili junior che abbiano dimestichezza con le nuove piattaforme di streaming e coi social», sul secondo (artisti e repertorio) si punta su «profili senior che capiscano di musica e conoscano il mercato», sul terzo si guarda con interesse ai laureati in legge esperti di diritto d’autore: «Si tratta – spiega Labate – di mettere a profitto artisti e canzoni attraverso le sponsorizzazioni». Si assumerà con il contratto a tutele crescenti.

Tra le indipendenti, Sugar ha messo in piedi addirittura un “Progetto Cantera” per individuare i giovani talenti della discografia che sarà. «Nel medio termine – spiega il direttore generale, Andrea Cotromano – ci piacerebbe inserire tre giovani divisi per le aree A&R, sviluppo e sfruttamento del diritto d’autore». A caccia di talenti anche Carosello Records. «Puntiamo ad arricchire il team – precisa il direttore Dario Giovannini – con quattro figure, tra la promozione web e l’area sponsor e assistenza legale». Perché, per le major come per le “indie”, la sfida è la stessa: promuovere la musica sfruttando i nuovi canali digitali e generare ricavi anche attraverso percorsi non convenzionali.

@MrPriscus

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