Economia

Panchine e caffettiere dai rifiuti di Expo

  • Abbonati
  • Accedi
AMBIENTE

Panchine e caffettiere dai rifiuti di Expo

Quanto “sporca” l’Expo? In termini di rifiuti, il Conai ha fatto i conti della spazzatura prodotta dal mezzo milione di visitatori che ogni settimana visitano l’esposizione milanese. Nel primo mese di apertura, cioè durante il mese di maggio, sono state destinate al riciclo 211,8 tonnellate di materiali, pari al 51% di tasso di raccolta differenziata. In linea con la città di Milano.

Qualche dettaglio dei dati del consorzio di ricupero e riciclo degli imballaggi: la separazione dei rifiuti ha consentito la mancata emissione di oltre 39 tonnellate di anidride carbonica, il risparmio di 4.352 metri cubi di acqua e di oltre 607mila chilowattora di corrente elettrica. I quantitativi avviati a riciclo nei primi 30 giorni di Expo permettono di produrre 17.031 felpe di pile (si ottiene dal poliestere Pet), 506 panchine (plastiche miste), una quantità d’acciaio pari a 4.168 chiavi inglesi e dalle lattine si è raccolto alluminio pari a 199 caffettiere. Si potrebbero realizzare 149 armadi (legno), 593.644 scatole per scarpe (carta e cartone), 152.075 bottiglie (vetro) e 17.584 chili di compost destinato al verde pubblico della città.

La settimana scorsa il minstro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha inaugurato con il presidente del Conai, Roberto De Santis, un’istallazione nell’Expo destinata a far conoscere i vantaggi della raccolta differenziata. Secondo una ricerca realizzata da Doxa Marketing Advice per Conai, all’interno delle tematiche ambientali il 29% dei cittadini considera la corretta gestione dei rifiuti la sfida più importante, e prioritaria rispetto ad altri grandi temi come la transizione energetica verso le fonti rinnovabili (14%) o all’inquinamento atmosferico (10%) e del sottosuolo (9%).

Sempre secondo la ricerca, l’87% degli italiani considera il gesto della separazione domestica dei rifiuti un compito ormai entrato nella routine quotidiana. Se in Alta Italia i tassi di raccolte a riciclo fanno sfigurare i più orgogliosi Paesi del Nord Europa, l’Italia si colloca nella media europea perché soprattutto nel Mezzogiorno, a fianco di città meridionali assai virtuose, ci sono zone dove il servizio di raccolta differenziata è pessimo, quando c’è. «Abbiamo ancora un tallone d’Achille: quello del 40% dei rifiuti che ancora finisce in discarica. Uno spreco di risorse inaccettabile — protesta il ministro Galletti — e una minaccia all’ambiente».

Gloria Zavatta, responsabile Sostenibilità dell’Expo, vuole arrivare al primato di raccolta differenziata del 70% dei rifiuti. Un obiettivo che, secondo l’ecologista e giornalista Paolo Hutter, potrebbe essere raggiunto se i volontari che assistono ai visitatori dell’Expo mostrassero come si usano i bidoni della raccolta differenziata. «L’ideale sarebbe che ci fosse sempre un volontario — commenta Hutter che ha lanciato una piccola campagna di sensibilizzazione — accanto al gruppo di cestini per consigliare e controllare i visitatori. A Torino al Salone del Gusto la raccolta differenziata è riuscita perché Legambiente ha mobilitato e distribuito ben 240 volontari (120 a turno) dedicandoli prevalentemente a fare “la guardia ai bidoni”, tutto il tempo».

© Riproduzione riservata