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Il Granaio delle Idee cresce e cerca partner

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MADE IN italy

Il Granaio delle Idee cresce e cerca partner

Quando si dice nicchia. O, in questo caso, super-nicchia. Che, però, riesce a sfondare su mercati insospettabili, con numeri di tutto rispetto. E in crescita, tanto da essere “corteggiata” da investitori internazionali. È, a grandi linee, la storia di un’impresa padovana che produce farine.

Non si tratta però di un molino da cui esce farina comune, ma di un laboratorio innovativo che confeziona e vende la parte “nobile” della farina, che gli esperti chiamano “nucleo”, ovvero la parte qualitativa e distintiva del prodotto. E che lavora con coadiuvanti naturali, che sfruttano enzimi e non sostanze chimiche, produce alimenti gluten free e caratterizza i suo prodotti arricchendoli con ingredienti particolari ed insoliti, che permettono di “creare” oltre 500 tipi di pane diverso, paste e dolci particolarissimi.

L’azienda si chiama Il Granaio delle Idee. Assieme ad un altro marchio, Ruggeri, fattura 5 milioni di euro, per il 20% ricavato dall’export, con una crescita del 23% annuo negli ultimi tre anni. Conta 20 dipendenti, ma da qui a dicembre intende assumerne altri sei. Serve 2.100 panettieri in tutta Italia (per i quali fabbrica anche gli stampi), l’11% della quota del mercato nazionale, ma tra i suoi clienti c’è anche la grande distribuzione (Despar, Esselunga, Famila, Crai, Coop, servite dal marchio Ruggeri) e clienti come Forno d’Asolo o Vassalli Bakering. È apprezzatissima in Libano e Giordania (ma in generale in tutto il Medio Oriente), dove le farine con i coadiuvanti naturali sono molto richieste.

«I nostri prodotti hanno caratteristiche funzionali alla salubrità e alla salute – spiega il presidente Federico Allamprese – e sono estremamente digeribili. Siamo molto attenti alla qualità del prodotto per il quale scegliamo i componenti migliori; gli enzimi, ad esempio, vengono acquistati dalla Novozymes, industria belga all’avanguardia nella biotecnologia. Anche queste caratteristiche hanno fatto in modo che crescessimo molto all’estero».

E gli obiettivi futuri sono ambiziosi: raggiungere i 6,5 milioni di fatturato nel 2015 e puntare sull’80% di esportazioni. Obiettivi che Allamprese vorrebbe non perseguire da solo. «Siamo stati corteggiati da una multinazionale internazionale interessata ad acquisirci – spiega il presidente -, ma ci piacerebbe rimanere italiani. Siamo appetibili e per crescere abbiamo bisogno di aiuto, quindi siamo disposti a valutare l’interesse di una azienda o di un fondo di investimento italiani». Allamprese non nasconde che per la sua azienda sogna uno sviluppo a tutto tondo: «Potremmo essere lo spin off di un grande marchio italiano, accompagnare lo sviluppo di nuovi punti vendita nelle capitali del mondo, il pane alla maniera di Eataly». Il futuro è apertissimo.

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