Economia

Firema alla cordata Titagarh-Adler: accordo con i sindacati

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MECCANICA

Firema alla cordata Titagarh-Adler: accordo con i sindacati

Ci sono vertenze che si chiudono ai tempi supplementari e vertenze per le quali, restando in metafora, è addirittura necessario ricorrere ai «calci di rigore». Vedi alla voce Firema, azienda meccanico ferroviaria in amministrazione controllata dal 2010 che nelle sedi di Caserta, Tito (Potenza), Spello (Perugia) e Milano dà lavoro a 522 dipendenti: proprio questo pomeriggio, al ministero dello Sviluppo economico, è arrivato il placet dei sindacati alla cessione alla cordata composta dall'indiana Titagarh Wagons (90%) e dalla napoletana Adler Plastic (10%).

L'accordo sulla procedura ex articolo 47 della Legge 428/90 sottoscritto da Fim, Fiom e Uilm scongiura di fatto il fallimento, prospettiva che in caso di fumata nera sarebbe stata inevitabile, considerando che lo status del commissariamento nei termini di legge non poteva essere ulteriormente prorogato. Sulla base dell'intesa siglata oggi, la newco indo-italiana rileverà Firema assumendo a tempo indeterminato 340 dei suoi 522 dipendenti, mentre per un massimo di 80 addetti si prefigura la possibilità di contratti a tempo che, se non altro, permetteranno all'azienda di portare a termine le commesse che ha già «in pancia».

Ma intenzione dei due gruppi che hanno investito sul progetto è incrementare il business della nuova Firema, arrivando a occuparne progressivamente l'intero bacino di dipendenti. Quanto ai circa cento addetti che restano fuori da questo complesso piano di salvataggio, il ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi ha garantito 30 mesi di ammortizzatori sociali, tra cassa integrazione e mobilità, processo che sarà monitorato attraverso incontri trimestrali con le parti sociali. Chi è vicino all'età pensionabile, attraverso questi strumenti, sarà accompagnato all'uscita. Per gli operai con le retribuzioni più alte, eredità di vecchi contratti integrativi, avrà luogo una decurtazione della busta paga fino al 6 per cento.

L'intesa dovrà ora passare per l'assemblea dei lavoratori che saranno chiamati a votare per un referendum confermativo. Firema resta insomma in vita e non era affatto scontato, soprattutto dopo il nulla di fatto su cui si era arenata un mese fa con la trattativa con la cordata capeggiata da Blutec. «È stata una vertenza molto complessa – commenta il segretario nazionale di Uilm Luca Colonna – che si conclude con un accordo che tiene in piedi un player storico del settore meccanico ferroviario e un soggetto produttivo importante del Mezzogiorno». La priorità, secondo Carlo Anelli di Fim, «era scongiurare il fallimento. Abbiamo lavorato per questo, trovandoci di fronte anche a scelte difficili. Come sempre – conclude il sindacalista – abbiamo agito con responsabilità, guardando all'interesse dei lavoratori».

L’accordo, secondo il segretario nazionale di Fiom Rosario Rappa «si pone l’obiettivo della ricollocazione di tutti i lavoratori: adesso la parola passa a loro». Da lunedì partiranno infatti le assemblee in tutti i siti di Firema e, successivamente, si svolgerà il referendum.

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