Economia

Tra Arpa Puglia e Ilva è scontro sulle prescrizioni dell'Aia

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IL CASO TARANTO

Tra Arpa Puglia e Ilva è scontro sulle prescrizioni dell'Aia

Si avvicina la fine di luglio entro cui l'Ilva dovrà certificare - e poi essere sottoposta a verifica dagli enti ispettivi - l'attuazione o meno dell'80 per cento delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale, ovvero gli investimenti e le pratiche operative finalizzate a ridurre l'inquinamento del siderurgico di Taranto, e già monta un caso. Oggi l'Arpa Puglia, uno degli enti delegati al controllo, in una lettera inviata al ministero dell'Ambiente, all'Ispra - a capo della struttura dei controlli - e alla Regione Puglia, pone una serie di paletti e indica, a suo avviso, quali sono le prescrizioni Aia che a fine mese l'Ilva deve dimostrare di aver rispettato se si vuole davvero considerare raggiunto l'obiettivo dell'80 per cento (il restante 20 per cento l'azienda, stando al piano ambientale del 2013, dovrà attuarlo entro agosto 2016). Per l'Arpa Puglia, il «requisito minimo e necessario» ai fini dell'accertamento è dato da un gruppo di sette prescrizioni, fermo restando che «nel corso dell'attività ispettiva del 31 luglio 2015 sarà verificato lo stato di adempimento di tutte le prescrizioni». Tuttavia quelle che l'Arpa ritiene irrinunciabili sono quelle relative alla chiusura completa di nastri trasportatori e cadute materiali, fermata altoforno 1 e riavvio dell'impianto, installazione del sistema a cappe mobili nell'area grf (gestione rottami ferrosi), lo smantellamento dell'altoforno 3 (spento da tempo) con bonifica e ripristino ambientale dell'area, l'installazione di nuovi filtri di aspirazione a tessuto nell'area dell'agglomerato, infine la predisposizione di un nuovo filtro a tessuto a servizio dei convertitori dell'acciaieria 1. L'Arpa inoltre chiede che sia verificata la prescrizione «inerente il livello di conformità del sistema di gestione per la prevenzione degli incidenti rilevanti (data da Ilva come “attuata”) in considerazione degli ultimi eventi occorsi (il riferimento è all'incidente mortale verificatosi a giugno all'altoforno 2).

«La verifica dello stato di adempimento definite da Ilva come “in corso” alla data del 23 giugno 2015 - scrive l'Arpa all'Ispra e al ministero dell'Ambiente - è ritenuta essenziale alla verifica del raggiungimento della soglia dell'80 per cento». L'Arpa giudica poi «non ammissibile» la proposta dell'Ilva di «spacchettare alcune prescrizioni previste invece come uniche dal piano ambientale alfine del computo numerico delle prescrizioni per il raggiungimento dell'80 per cento». L'Agenzia per la protezione ambientale ritiene inoltre «discutibile la proposta Ilva di stralciare dall'elenco del 23 giugno
2015 alcune precrizioni fondamentali inerenti interventi di natura tecnico-strutturale quale, ad esempio, la bonifica e demolizione dell'altoforno 3». Da rilevare comunque che l'Ilva, nella lettera spedita a giugno al ministero dell'Ambiente e all'Ispra, affermava che su 116 prescrizioni totali in scadenza a luglio 2015, 92, al 4 maggio scorso, risultavano attuate e 24 in corso con una percentuale di adempimento del 75 per cento. Inoltre, appena qualche giorno fa l'Ilva, incontrando i sindacati metalmeccanici a Taranto, si è detta sicura di poter raggiungere l'80 per cento a luglio, che il 27 di questo mese invierà la relazione finale sui lavori fatti, e che una serie di interventi sono o già completati o in fase avanzata come, per esempio, la copertura dei nastri trasportatori che risulta avvenuta, per l'azienda, al 53 per cento e a fine mese crescerà di un altro 2 per cento attestandosi a 33 chilometri. L'Ilva ha anche annunciato l'imminente completamento sia del rifacimento dell'altoforno 1, che ai primi di agosto tornerà in produzione dopo uno stop di due anni e mezzo, che dell'avvio del nuovo filtro di aspirazione nell'acciaieria 1.

Oggi, infine, il tema Ilva è stato affrontato dal nuovo presidente della giunta regionale della Puglia, Michele Emiliano, che ha scelto Taranto per insediare l'esecutivo. Emiliano ha annunciato che sulla base delle proposte che gli perverranno da Taranto proporrà al Governo una serie di modifiche al decreto legge varato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso e che ha evitato che lunedì scorso, a fronte di un sequestro senza facoltà d'uso disposto dalla Procura dopo l'incidente mortale, l'altoforno 2 venisse spento.

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