Economia

Per l’Ilva è in arrivo un tour de force

  • Abbonati
  • Accedi
Regole e incentivi

Per l’Ilva è in arrivo un tour de force

Arriva un fine mese impegnativo per l’Ilva. L'azienda è infatti chiamata a certificare l'avvenuta attuazione dell'80 per cento delle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale e a presentare alla Procura di Taranto il piano con le misure aggiuntive per la sicurezza dell'altoforno 2 dopo il sequestro giudiziario.

Sull'Aia la relazione al ministero dell'Ambiente potrebbe essere presentata il 27 luglio, giorno in cui la Camera avvierà la discussione per la conversione in legge del decreto numero 92 del 4 luglio, quello che ha evitato lo stop dello stesso altoforno.

L'applicazione dell’Aia è periodicamente soggetta a verifiche dell'Ispra - organo tecnico del ministero dell'Ambiente - e dell'Arpa Puglia, ma quella prossima non è di routine. Come ricorda il ministero dell'Ambiente in una lettera del 12 giugno all'Ilva e all'Ispra, «il piano ambientale si intende attuato se entro il 31 luglio 2015 sia stato realizzato almeno nella misura dell'80 per cento il numero delle prescrizioni in scadenza a quella data». A ciò si aggiunga che il piano ambientale è uno dei capisaldi del rilancio dell'Ilva e che lo stesso piano è normato da un Dpcm del 14 marzo 2014. Ma l'azienda sta dentro l'80 per cento richiesto? Ai sindacati giorni fa ha detto sì, al ministero dell'Ambiente l'8 maggio ha scritto parlando di percentuale di completamento del 75 per cento, ma è chiaro che il riscontro lo daranno sia l'esame della relazione dell'Ilva che l’accertamento sul campo di Ispra e Arpa Puglia. Spesso, in passato, le parti non si sono trovate concordi nel giudicare lo stato attuativo di alcune prescrizioni. Ora l'Arpa, proprio per agevolare con l'Ispra «la condivisione operativa dell'attività di verifica e controllo in ambito Aia», ha scritto all' istituto e al ministero indicando quello che ritiene necessario vedere attuato. Vengono quindi richiamate le specifiche prescrizioni per gli altiforni 1 e 3 - quest'ultimo da demolire con bonifica dell'area -, i sistemi di aspirazione nell'acciaieria 1 e nell'agglomerato, la copertura dei nastri trasportatori. E anche per ciò che l'Ilva indica come attuato, l'Arpa dichiara che la realizzazione definitiva dovrà essere comprensiva delle opere accessorie relative alla «corretta gestione delle acque meteoriche, di processo, scarichi idrici industriali e dei rifiuti».

Ma oltre a prepararsi all'obiettivo Aia all'80 per cento, l'Ilva deve anche presentare alla Procura il piano di sicurezza sull'altoforno 2.

Il decreto ha solo evitato che il sequestro senza facoltà d'uso ordinato dalla Procura dopo l'incidente mortale spegnesse l'impianto e bloccasse l'impresa. Ora però l'Ilva deve dire all'autorità giudiziaria come intende intervenire sull'altoforno 2 per renderlo più sicuro con «misure e attività aggiuntive anche di tipo provvisorio». E per far questo il decreto non concede molto tempo all'azienda visto che il piano va presentato all'autorità giudiziaria entro 30 giorni dal sequestro (si è quindi nel pieno del periodo) e gli interventi effettuati entro 12 mesi. E giorni fa l'Ilva ha annunciato che si sarebbe subito messa al lavoro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA