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Arsenale Taranto, Pinotti cede la banchina della Marina e apre su…

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cantieristica navale

Arsenale Taranto, Pinotti cede la banchina della Marina e apre su manutenzioni navali

Nessuna privatizzazione degli Arsenali della Marina Militare, cessione dalla Marina al Demanio e all’Autorità portuale di Taranto della banchina della stazione torpediniere sul Mar Piccolo per riconvertirla a fini turistici, impegno a cercare risorse sia per completare il piano “Brin” per l’ammodernamento dello stabilimento, che per dare ossigeno all’indotto navalmeccanico e alle manutenzioni. Sono gli impegni assunti dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che oggi in Prefettura, a Taranto, ha incontrato i vertici di Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, nonché Camera di commercio e Confindustria Taranto.

La banchina
Il molo della stazione torpediniere è stato per anni usato dalla Marina per farvi attraccare le sue navi. Poi, con la nuova base in Mar Grande, alla stazione torpediniere sono rimasti solo i sommergibili e le navi in disarmo. Adesso buona parte del molo passerà dalla Marina alla città «per realizzare – afferma Pinotti – un progetto condiviso quale è quello della riconversione dell’infrastruttura». C’è uno studio di fattibilità dell’Autorità portuale che, con un investimento di circa 30 milioni, prevede che qui possano attraccare navi da crociera di media dimensione e yacht. «Un progetto che dovrà essere portato al vaglio del Tavolo istituzionale Taranto – rileva il ministro – e che pensiamo che possa unirsi all’altro progetto prefigurato per l’Arsenale della Marina, ovvero valorizzare con tre percorsi, due via terra e uno via mare, tutta la parte museale e di archeologia industriale di questo sito. Messi insieme, i due progetti possono essere un contributo concreto al rilancio turistico di Taranto».

Ammodernamento Arsenale
La Difesa, rammenta il ministro, ha subito molti tagli finanziari negli ultimi anni che si sono scaricati, «non potendo tagliare gli stipendi, su investimenti, manutenzioni e spese intermedie». Il piano Brin, relativo alle infrastrutture dell’Arsenale, sinora ha visto a Taranto una spesa di circa 70 milioni. Ne mancano 36 per completare i lavori. Pinotti annuncia che quest’anno arriverà un altro milione, ulteriori 6 il prossimo, «ma se vogliamo che il piano Brin cammini con un passo più spedito e sia ultimato prima, dobbiamo pensare anche a risorse diverse da quelle della Difesa. Poiché è un piano che, ammodernando l’Arsenale, genera opportunità di lavoro, penso che sia interesse degli enti locali – afferma il ministro – sostenerlo al Tavolo istituzionale Taranto».
Manutenzione delle navi della Marina e indotto navalmeccanico. Pinotti evidenzia che anche qui ci sono stati ridimensionamenti di spesa, ma il 75% delle disponibilità sono state comunque allocate sull’Arsenale di Taranto. Circa l’afflusso di nuove risorse, Pinotti afferma che, tra risparmi e assestamento di bilancio, qualche ulteriore disponibilità verrà entro l’anno mentre per il 2016 tutto si gioca sulla legge di Stabilità. «Non indico cifre in proposito – dice Pinotti – perché la costruzione della legge di Stabilità è complessa e ci sono molte richieste, ma il tema delle manutenzioni navali sarà posto». Infine, non esiste nessun rischio di privatizzare gli Arsenali militari: «Il Libro Bianco della Difesa – sottolinea il ministro – prevede già che alcune attività siano fatte dai privati, quindi non c’è alcuna novità e non mi pare che sia il caso di agitare paure che non esistono». Mentre per il turn over, Pinotti dice che c’è stata una deroga: «È stato fatto presente alla Funzione pubblica che senza le nuove assunzioni, lavorazioni importanti degli Arsenali si sarebbero bloccate. Certo, non abbiamo ottenuto molto, è una deroga minima, ma è il massimo che si poteva ottenere». E a tal proposito, Pinotti accoglie favorevolmente la proposta del Comune di Taranto di istituire, con fondi del bilancio comunale, borse di studio per gli studenti degli istituti professionali e tecnici da avviare alla formazione lavoro in Arsenale.

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