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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2015 alle ore 06:37.

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L’Expo è a metà percorso. I primi tre mesi consentono già di stilare un bilancio ragionato dell’esposizione universale. Diana Bracco, presidente di Expo 2015 spa e commissario generale per il Padiglione Italia, è soddisfatta per i risultati raggiunti fin qui e ottimista per i tre mesi a venire. Soprattutto per l’impatto che l’Expo sta producendo sulle imprese italiane. «È la prima volta – dice Diana Bracco parlando con Il Sole 24 Ore – che l’Expo viene utilizzato come una gigantesca piattaforma bilaterale per i rapporti di business. Quando mai saremmo riusciti a mettere in contatto le nostre imprese con così tanti Paesi e con altrettanti potenziali clienti? L’Expo è un’occasione imperdibile per avviare relazioni d’affari che speriamo si prolunghino negli anni con benefici per il sistema Paese e per le nostre esportazioni».

Dottoressa Bracco, lei ha sempre detto che l’Expo sarebbe stata una grande opportunità per le imprese italiane: lo pensa ancora? Il B2B sta funzionando, nonostante la polemica sul numero effettivo degli ingressi?

La questione dei visitatori non mi sembra così risolutiva e comunque andrà vista fra tre mesi, alla fine dell’Expo. Agosto si annuncia positivo e confidiamo molto in settembre e ottobre. Non entro nel merito delle polemiche sui biglietti venduti che mi sembrano molto strumentali e a cui, tra l’altro, ha già risposto il commissario Giuseppe Sala. Ci sono altri risultati, di cui fin qui si è parlato poco, che meritano di essere evidenziati.

Allude agli effetti sul mondo del business?

Nei mesi precedenti l’apertura dicevamo che il mondo sarebbe venuto a Milano e dal 1° maggio abbiamo accolto a Palazzo Italia i leader di tutto il pianeta. Dicevamo che Expo sarebbe stato una grande piattaforma – di relazioni internazionali, economiche, culturali, sociali e di esperienze per i nostri giovani – e basta passare una giornata nel sito espositivo per toccare con mano che è davvero così. Io sono in Expo tutti i giorni e vedo grande soddisfazione tra i visitatori. In questi sei mesi Milano si è trasformata in un gigantesco crogiolo di idee e in un market place globale che sta offrendo la più ampia visibilità internazionale ai Paesi e alle imprese che hanno deciso di partecipare. Un market place situato nel centro del vecchio continente: un’occasione imperdibile dopo due edizioni in estremo Oriente.

Può fornire qualche dato?

In questi primi tre mesi abbiamo avuto 363 visite di cariche istituzionali a Palazzo Italia con oltre 40 Capi di Stato, 188 delegazioni business. Sono 3.500 aziende registrate alla piattaforma online della Camera di commercio “Expo Business Matching”, con 600 meeting bilaterali tra aziende italiane e straniere di tutti i settori produttivi, 500 incontri grazie al progetto Ice “Expo is Now” portato avanti in collaborazione con Assolombarda. Ho saputo poi che anche le imprese del settore agroalimentare riunite nel padiglione di Cibus sono molto soddisfatte degli incontri avuti con oltre 300 buyer internazionali sbarcati a Milano da ogni parte del mondo. Quanto sarebbe costato a ogni singola impresa andarli a trovare nei loro Paesi?

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