Economia

Un piano per rivitalizzare i 2.200 terreni strappati alla criminalità

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È un terreno un bene confiscato su quattro

Un piano per rivitalizzare i 2.200 terreni strappati alla criminalità

Riportare alla legalità e produttività un ricco patrimonio di terreni agricoli confiscati alla criminalità organizzata. È l'obiettivo del protocollo firmato a Roma dal ministero delle Politiche agricole e dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Un bene su quattro di quelli confiscati - ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - è un terreno agricolo. Sono attualmente oltre 2.200 i terreni in gestione all'Agenzia guidata da circa un anno dal prefetto Umberto Postigione. Sull'agricoltura si concentrano dunque gli interessi della criminalità, come è stato anche recentemente ricordato in un convegno all'Expo di Milano, e la conferma arriva dal giro d'affari illegale quantificato in circa 15 miliardi.

In Sicilia il primato, ma c'è anche una maxi azienda nel Senese
Ma come riportare alla legalità questo enorme patrimonio agricolo? Un tassello nell'azione di rilancio delle aziende sottratte ai tentacoli della malavita è stato posto con il protocollo, il primo siglato dall'Agenzia con un'amministrazione pubblica, che rientra nella più ampia strategia del Mipaaf di puntare sulla qualità intesa a tutto tondo, da quella del prodotto a quella etica e sociale. Le mani della malavita si stanno allungando pericolosamente sulle attività agricole. E il fenomeno coinvolge tutto il territorio nazionale. Se il «primato» resiste al Sud con il maggior numero di terreni in Sicilia (717), Calabria (470) Campania (306) e Puglia (303), al Nord e Centro, anche se i numeri sono marginali, si nascondono comunque situazioni allarmanti. Come il caso - ha spiegato Postiglione - degli oltre 700 ettari agricoli confiscati, in provincia di Siena, con tanto di casali di pregio e un agriturismo. E non mancano aziende «Doc» anche in Lombardia.

Martina: dal Mipaaf supporto alle imprese
«Ogni ettaro strappato alla criminalità e restituito alla comunità - ha spiegato Martina - è un simbolo, dobbiamo fare in modo di semplificare le procedure tenendo altissima la guardia contro una riappropriazione da parte delle mafie». Il ministero metterà a disposizione il suo know how e favorirà il coinvolgimento di soggetti come Libera di Don Ciotti con il quale è già in corso un accordo col Mipaaf. Il vice ministro Andrea Olivero ha sottolineato l'impegno a rafforzare i controlli anche sul piano legislativo. E tra i risultati del lavoro svolto in sinergia con la commissione guidata da Gian Carlo Caselli, oltre a un'azione più efficace per perseguire i reati agroalimentari, con una revisione delle sanzioni, c'è anche una politica premiante per le imprese sane e trasparenti. Con la nuova intesa il Mipaaf supporterà le aziende che si mettono a disposizione della causa del riscatto del patrimonio agricolo. Competenze e know how che, secondo Postiglione, sono fondamentali per recuperare nella legalità la produttività dei beni strappati alle cosche.

Anbsc ha recuperato in un anno 3.100 beni per 500 milioni
Oggi infatti- ha sottolineato il responsabile dell'Agenzia- chi acquisisce quelle terre deve affrontare anche altre difficoltà. Nel Sud, per esempio, l'impresa deve fare i conti con l'effetto tropicalizzazione che accomuna molte aree della Sicilia alla Tunisia e dunque occorre avere a disposizione nuove tecniche come quella messa a punto dal Cnr per sopperire alla mancanza di carbonio dei suoli che si è verificata negli ultimi 50 anni. Per il direttore dell'Agenzia il recupero dei terreni potrebbe viaggiare in tandem con la collocazione dei tanti emigranti che sbarcano sulle nostre coste. L'Agenzia in un anno ha «recuperato» 3.100 beni, anche agricoli, per un valore sottostimato di oltre 500 milioni. Il ministero - ha ribadito Martina - è pronto a un patto d'azione che coinvolgerà più forze, dall'Ispettorato repressione frodi alla Forestale. Sulla qualità poi - ha aggiunto il ministro - si sta investendo molto e con il provvedimento Campolibero è stata istituita una rete del lavoro agricolo di qualità che avvantaggia le imprese virtuose anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e in particolare l'Inps.

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