Arrivati al “giro di boa”, il primo bilancio di Expo 2015 passa necessariamente anche attraverso i risultati raggiunti dall'evento come piattaforma globale per il business delle imprese e come acceleratore per l'internazionalizzazione delle aziende italiane, un ruolo che ne fa un «unicum» nella storia delle Esposizioni globali e che era tra gli obiettivi principali fissati dagli organizzatori e dal governo.
Il bilancio è positivo stando ai numeri diffusi da Promos, l'agenzia per l'internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano che gestisce diversi eventi business promossi in occasione di Expo. L'obiettivo era stato fissato in circa 20mila incontri tra aziende italiane ed europee con delegazioni estere commerciali o istituzionali nell'arco dell'interno semestre: a oggi, comunicano da Promos, è stata superata la soglia dei 10mila appuntamenti. L'attività dell'agenzia comprende tre linee di intervento: i Lombardy Business Days (organizzati per conto di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia), che hanno coinvolto finora 456 imprese lombarde e oltre 100 operatori esteri (soprattutto importatori e distributori) in quasi 4.900 incontri focalizzati sulle diverse specializzazioni industriali dei territori. Altri 1.500 sono gli incontri B2B avvenuti finora nell'ambito del progetto gestito in collaborazione con la Commissione europea, che prevede otto eventi divisi per area geografica, allo scopo di far incontrare tra loro aziende italiane ed europee con delegazioni estere. Quelli già svolti (dedicati al Mediterraneo, alla Cina, all'America Latina e al Giappone) hanno interessato 900 imprese da 48 Paesi. I prossimi appuntamenti, in autunno, riguarderanno Africa sub-sahariana (già 120 le aziende africane registrate), Sud-Est asiatico, Usa e Canada.
In autunno si aggiungeranno anche altri eventi collaterali su area africana, Sud-Est asiatico, area del Golfo Persico e America Latina. In ottobre è in calendario inoltre un appuntamento, organizzato in collaborazione con Unido nell'ambito di Women for Expo, dedicato all'imprenditoria femminile. Mentre guarda all'Africa un'iniziativa gestita in collaborazione con Expo e Padiglione Italia, che prevede Forum economici dedicati ai singoli Paesi: attività che finora hanno interessato 770 aziende africane e italiane.
Ma i numeri complessivi vanno ben oltre quelli registrati da Promos. Numeri che potrebbero sfiorare i 20mila B2B, ma che sfuggono a un conteggio preciso, dato che ogni padiglione nazionale organizza in autonomia i suoi eventi business, talora senza nemmeno coinvolgere le realtà italiane. È il caso di alcune attività del Padiglione inglese destinate alla Cina: un'ulteriore conferma che Milano, grazie a Expo, funziona come una sorta di hub globale per il business delle imprese, che qui hanno l'occasione di incontrare non soltanto gli operatori commerciali, ma anche interlocutori istituzionali e governativi dei diversi Paesi.
Le attività di business non si sono del resto limitate al perimetro di Expo o a quello della città di Milano: in diverse occasioni le delegazioni estere hanno visitato le aziende stesse e i territori industriali. È accaduto ad esempio con gli “study tours” organizzati da Promos, spesso in collaborazione con le associazioni territoriali degli industriali, da Assolombarda a Unione Parmense Industriale.
Al di là dei numeri, commenta il direttore di Promos Pier Andrea Chevallard, «il bilancio positivo riguarda la capacità di fare sinergia di tutto il sistema Paese, a sostegno delle sue imprese». Intorno a Expo si sono mobilitati il governo, le istituzioni locali, le associazioni delle imprese, le università. Secondo l'agenzia governativa Ice (che a sua volta gestisce una 60ina di iniziative di incoming per un totale di 500 incontri in collaborazione con Assolombarda) alla fine del semestre gli incontri d'affari raggiungeranno nel complesso quota 50mila. E interesseranno non soltanto le imprese del settore agroalimentare, direttamente legate al tema di Expo, ma anche quelle di altri comparti produttivi, dal tessile all'arredo, dalla meccanica al biomedicale. Nel conteggio rientrano anche le iniziative che Intesa Sanpaolo organizza all'interno del suo padiglione, dove l'istituto porterà oltre 400 aziende da tutto il territorio italiano, per presentarsi e incontrare operatori business di tutti i continenti. O i tanti appuntamenti gestiti da Federalimentare (si veda articolo in basso) nel suo spazio a Expo. E ancora, circa 3.500 sono le aziende registrate alla piattaforma digitale Expo Business Matching, realizzata in collaborazione tra Promos, Expo, Fiera Milano e Pwc.
Il coinvolgimento delle imprese in Expo non ha riguardato solo incoming di buyer esteri o incontri B2B, ma si è tradotto e si traduce anche occasioni di lavoro e visibilità per le tante aziende del made in Italy a vario titolo impegnate nella realizzazione di Expo: quelle che hanno contribuito alla costruzione del sito e dei padiglioni, quelle che oggi lavorano al suo interno e quelle incaricate dei servizi e della logistica. Difficile quantificare il giro d'affari complessivo generato da queste imprese: Expo spa e Camera di Commercio hanno attivato un Osservatorio che, alla fine dell'evento, diffonderà il valore dell'indotto. Per ora esiste solo una stima della Camera di Commercio, che calcola in circa 28 milioni il fatturato delle attività transate attraverso un catalogo di aziende italiane selezionate messo a disposizione dei Paesi partecipanti.
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