Economia

Ad Ascoli Piceno la «carbon valley» della formazione

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accademia dei compositi

Ad Ascoli Piceno la «carbon valley» della formazione

Una scuola di formazione aziendale diventa un punto di riferimento a livello internazionale per le imprese della filiera dell’automotive e dell’aeronautica che operano con le fibre di carbonio.

Con Ecodime Italia, la società che ha fondato l’Accademia dei compositi, Ascoli Piceno si sta ritagliando un nuovo spazio: quello della “carbon valley” italiana, capace di richiamare l’attenzione di imprese francesi, tedesche e inglesi - prevalentemente case automobilistiche o aziende della fornitura - per la formazione del personale.

Un’idea targata Hp Composites e Fondazione Marche. La prima, sede ad Ascoli, è un’azienda giovane (è nata nel 2010) che progetta e produce componenti in fibra di carbonio destinati al settore dell’auto, a quello motociclistico, aeronautico e al racing in generale. La seconda è l’istituto che fa capo all’Istao e che promuove lo sviluppo delle start up. Insieme, pochi mesi fa, hanno costituito Ecodime Italia, di cui Hp Composites controlla il 60%. Un scommessa vinta. Entro l’anno, provenienti anche dall’estero, sono previsti circa 2.500 iscritti ai corsi di formazione. Corsi che hanno già permesso di addestrare, nei primi mesi di attività, laminatori e tintori della Formula Uno, oltre a 50 addetti dell’azienda marchigiana, successivamente assunti con contratti a tempo indeterminato sulla base delle nuove norme previste dalla riforma del lavoro.

Per Hp Composites è la seconda tappa di un piano di sviluppo che l’ha portata ad ampliare l’area produttiva, nella zona industriale della città, trasformandola, con un secondo stabilimento, a una superficie di circa 11mila metri quadrati. «Ora – dice il direttore generale Abramo Levato – abbiamo messo in cantiere un progetto che prevede la collaborazione con le università, a partire dal Politecnico delle Marche, e con gli istituti superiori e che comprende anche la formazione degli insegnanti».

Tutto è nato da un accordo di rete per la formazione professionale. «Avevamo la necessità di strutturare la nostra attività formativa – spiega Levato – ma contemporaneamente avevamo registrato l’esistenza di una forte domanda da parte di altre imprese: per trasformare la fibra di carbonio serve personale specializzato». Tra i clienti di Hp Composites ci sono big del calibro di Ferrari e Dallara. E l’azienda è in forte in crescita. In un anno ha quasi raddoppiato il fatturato, portandolo a 14,7 milioni, e ora viaggia verso i 17, per quasi il 50% generati dalle esportazioni in Francia, Giappone, Germania e Inghilterra. La prossima sfida sarà quella dell’ingresso nel grande mercato degli Stati Uniti. Intanto continua ad assumere. Entro l’anno saranno stabilizzate, con il Jobs Act, altre 25 persone.

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