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Un maxi-polo nel pomodoro

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Industria

Un maxi-polo nel pomodoro

La filiera italiana del pomodoro da industria si rafforza con una aggregazione che darà vita a una maxi-struttura da oltre mezzo milione di tonnellate di prodotto lavorato e 270 milioni di fatturato. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, più noto per polpe e passate a marchio «Pomì», ha rilevato infatti la Agricoltori riuniti piacentini (Arp) . Realizzando così la prima azienda in Italia (la terza a livello europeo, quindicesima nel mondo) specializzata nell'«oro rosso». Con una base agricola di 370 aziende, 7mila ettari di superficie coltivata, una produzione annua di pomodoro di 550mila tonnellate, con 1.300 lavoratori, tra dipendenti e stagionali, e 50 linee di confezionamento distribuite in tre stabilimenti, fra le province di Cremona, Parma e Piacenza.

Il Consorzio Casalasco del Pomodoro, cooperativa agricola nata nel 1977, con sede a Rivarolo del Re (Cremona), a seguito delle assemblee dei soci, ieri ha annunciato di avere completato il processo di fusione per incorporazione di Arp, società cooperativa di Gariga di Podenzano (Piacenza), attiva dal 1958 nella coltivazione, trasformazione e distribuzione dei derivati del pomodoro. Obiettivo del nuovo colosso del pomodoro, rafforzare la presenza sui mercati esteri, dove il Consorzio Casalasco (suoi anche i marchi Pomito e Gustodoro) è già presente in oltre 50 paesi, tra cui Germania, Emirati Arabi, Russia e Stati Uniti, con una quota a volume del 65 per cento. Sul mercato americano, in particolare, attraverso una società del New Jersey controllata al 100%, l'anno scorso i prodotti a marchio «Pomì» hanno registrato un incremento del 17 per cento.

La coop cremonese ha chiuso il 2014 con ricavi per oltre 207 milioni, con un aumento su base annua del 10 per cento. In crescita anche il patrimonio netto, passato da 52 a oltre 60 milioni, grazie al completamento dell'operazione con Isa (l'Istituto per lo sviluppo agroalimentare del Mipaaf) , entrato con un finanziamento di 12 milioni per il biennio 2013-14.

Il piano industriale alla base dell'operazione, ha precisato il consorzio in un comunicato, «prevede il raggiungimento di importanti sinergie gestionali, in particolare nel coordinamento dei servizi generali, della logistica e dell'organizzazione commerciale, con conseguenti benefici in termini di redditività, nonché di una maggiore flessibilità per soddisfare in modo veloce i clienti».

Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco, ha spiegato che «questa operazione, che vede come protagonista la filiera agricola, rientra in un progetto strategico di espansione e consolidamento sui mercati internazionali. Il completamento del portafoglio prodotti e l'opportunità di nuovi canali di vendita ci permetteranno una fase di ulteriore crescita e sviluppo soprattutto sulle produzioni a nostro marchio, rendendo in questo modo Pomì un brand ancora più forte. Inoltre le sinergie gestionali e l'ottimizzazione dei processi produttivi contribuiranno a migliorare i livelli di redditività».

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia, ha parlato di «un'operazione che porta valore a un settore strategico del made in Italy e che lo rafforza anche in un'ottica internazionale, perché mette insieme due realtà di eccellenza, quella piacentina e quella cremonese, di grande tradizione e che adesso avranno l'opportunità di crescere ancora, portando beneficio alle aziende agricole, ai consumatori e al nostro Paese».

L'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, nel complimentarsi per l'operazione con il presidente del Consorzio Casalasco, Paolo Voltini, ha sottolineato che l'ampliamento della struttura «è la risposta dell'oro rosso made in Italy alla concorrenza del pomodoro estero, che si rafforza in un'area con una marcata vocazione agricola e che non ha nulla da invidiare all'agroalimentare mondiale».