Economia

Il jazz torna sul cratere del Vesuvio. Si spera in un impatto sul turismo

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MUSICA E AMBIENTE

Il jazz torna sul cratere del Vesuvio. Si spera in un impatto sul turismo

Il jazz ritorna sul cratere del Vesuvio. Dopo l’esperienza dell’anno scorso con la fisarmonica di Richard Galliano le cui immagini, nell’estate 2014, hanno fatto il giro del mondo: domani (30 agosto), al crepuscolo, il cratere, a quota 1.300 metri, offrirà uno scenario da capogiro a “Sarau sul Vesuvio” (festa tra amici), concerto di Maria Pia De Vito (voce) in compagnia della tromba di Enrico Rava e della chitarra di Roberto Taufic, nell’ambito della XX edizione del Pomigliano Festival in Campania.

La manifestazione, promossa e organizzata dalla omonima Fondazione con il sostegno della Regione Campania, del ministero dei Beni culturali e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, propone il binomio luoghi e musica eccellenti (cinque le serate in diverse sedi nell’ambito del Parco nazionale del Vesuvio) per rilanciare l’immagine del più famoso vulcano attivo del mondo. Che, come Pompei, è oggetto di un ormai noto paradosso: dei 500mila visitatori annui del cratere (a cui si aggiungono oltre 2milioni a Pompei e 350mila a Ercolano per citare solo i siti e le attrazioni più noti) nessuno si ferma nemmeno per una notte. Nessuno compra prodotti locali, frequenta strutture di servizio, utilizza infrastrutture. In altre parole, le enormi potenzialità di sviluppo turistico della zona non vengono impiegate, mentre i 13 comuni dell’area del Parco soffrono per una economia degradata e disoccupazione giovanile da record.
«Il cratere registra un alto numero di visitatori – spiega il presidente dell’Ente Parco, Ugo Leone – e per esigenze di tutela della biodiversità del Parco non poterebbe accoglierne altri. Ma è indubbio che l’area vesuviana nel complesso dovrebbe puntare molto di più sullo sviluppo turistico, creando in primo luogo una ricettività diffusa che ad oggi manca, poichè musica e ambiente possono creare vero sviluppo».

I tre artisti daranno voce, sul cratere, ad un repertorio basato su motivi della tradizione napoletana e brasiliana, scelti con il gusto dell’improvvisazione tipico della musica afroamericana e tante altre sorprese a corredo. La cantante e compositrice partenopea è il comune denominatore dello straordinario progetto, avendo separatamente già incrociato, durante la propria carriera, le virtù musicali di Rava e quelle di Taufic e parallelamente iniziato, ormai da qualche anno, un intenso lavoro intorno alla musica brasiliana (ha, infatti, tradotto in napoletano molti brani di Guinga e di Chico Buarque, di cui ha registrato “Olha Maria” (Curre Maria) e “Renata Maria” (in duo con Ivan Lins).

Il ventesimo Pomigliano Festival si articola in cinque serate, compreso quella sul cratere: taglia il nastro, questa sera, Bobo Stenson in trio con Anders Jormin e Jon Fält al Palazzo Mediceo di Ottaviano; seguiti da Steve Coleman & Five Elements, mercoledì 2 settembre, alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile. Nella sua unica data in Italia, Coleman sarà accompagnato dal bassista Anthony Tidd e dal fenomenale batterista Sean Rickman, oltre che da due giovani talenti della scena newyorkese come il trombettista Jonathan Finlayson e il chitarrista Miles Okazaki. Il 10 settembre sarà la volta di Enrico Pieranunzi e Gabriele Mirabassi in “Canto Antico”, presso la Villa di Augusto a Somma Vesuviana.
Infine, Goran Bregovic & Wedding and funeral orchestra, il 13 settembre, si esibiranno nell’ Anfiteatro Romano di Avella.

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