Economia

Dossier Paolo Castelli firma il Cardo

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    Dossier | N. 28 articoliExpo 2015 e le imprese

    Paolo Castelli firma il Cardo

    BOLOGNA

    «Expo è stato un grandissimo banco di prova per la nostra struttura. Ma ora sappiamo che si può fare, che siamo in grado di affrontare progetti di queste dimensioni».

    Paolo Castelli è amministratore delegato dell’omonima azienda bolognese, fondata (con altro nome) dal bisnonno Ettore alla fine dell’800. Per Expo 2015 ha realizzato come general contractor – in appena 52 giorni contro i sette mesi inizialmente previsti – tutti gli allestimenti e gli arredi interni del Padiglione Italia, ovvero l’area del Cardo lungo la quale si sonda la partecipazione italiana all’Esposizione universale di Milano. Un lavoro che ha portato alla piccola azienda emiliana (14 milioni di fatturato, che saliranno a 20 a fine 2015, e 40 dipendenti) una commessa di quasi 9 milioni di euro. Ma, soprattutto, visibilità, contatti per l’Expo di Dubai del 2020 e la consapevolezza delle potenzialità della propria struttura organizzativa.

    Che ormai da qualche anno lavora anche come general contractor per la realizzazione chiavi in mano di progetti tra loro diversi: case, alberghi, aeroporti, biblioteche. Tra i lavori più importanti, la Fondazione Cini di Venezia, l’Hotel Mandarin Oriental di Milano, le stazioni delle Nuove Funivie Monte Bianco. L’azienda è inoltre fornitrice di arredi e allestimenti nel settore navale (tra i clienti, Fincantieri) e produttrice di arredi di design con i marchi Domodinamica e Inspiration.

    L’appalto per Expo ha permesso all’azienda di fare un passo in più, non solo per le dimensioni del lavoro compiuto, ma anche perché ha aperto il canale delle opere pubbliche. «Non è stato facile – ammette Paolo Castelli, classe 1966, che nel 2010 ha dato nuova struttura e nuova vita all’azienda – perché all’inizio le incombenze burocratiche hanno rallentato l’avvio dei cantieri e poi ci sono stati i ritardi che tutti conosciamo. Ma quando finalmente la situazione si è sbloccata, ci siamo rimboccati le maniche e dal 10 marzo alla mattina del 1° maggio stesso, abbiamo fatto tutto».

    Ovvero: l’allestimento di Palazzo Italia (dalle opere architettoniche all’impianto elettrico, dai pavimenti alle sedute per l’Auditorium) e di altri edifici del Cardo (padiglioni Confindustria, Regione Lombardia, Women for Expo, Croce Rossa Italiana e Mipaaf) . «Siamo organizzati – spiega Paolo Castelli –. La produzione di mobili è solo la metà del nostro fatturato, ma è quello che conta per avere visibilità presso i grandi studi di architettura e dare forza al brand. Il resto lo fa la capacità di dare ai nostri clienti un servizio rapido e di qualità».

    Radicata nel suo territorio, la Paolo Castelli produce tutto in Emilia. L’export è ancora poco sviluppato, ma sta crescendo rapidamente, con recenti contratti firmati per progetti contract a Montecarlo, Londra e Parigi. «Expo è stata una bellissima avventura – conclude l’ad –: che fa anche curriculum. Qualche settimana fa ho partecipato a un incontro B2B con una delegazione di architetti internazionali. Nella presentazione avevo indicato il lavoro per Expo e al mio stand si sono iscritti quasi 30 professionisti!».
    (Gi.M.)

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