Economia

Nivea vince contro Neve. Ma il web non ci sta

  • Abbonati
  • Accedi
marchi & brevetti

Nivea vince contro Neve. Ma il web non ci sta

«Bianca, candida» Neve. Quindi confondibile con Nivea.

Il tribunale di Milano – con sentenza n. 9103/2015 del 28 luglio scorso – ha, in pratica, con questa motivazione messo al bando, dopo oltre 3 anni di udienze, due linee cosmetiche “cruelty free” di una piccola società italiana. Il giudice, infatti, ha riconosciuto la celebrità internazionale del brand “Nivea”, del colosso tedesco Beiersdorf , assistito dallo studio Trevisan & Cuonzo e stabilito che la parola “Neve” non può essere utilizzata da altri concorrenti come marchio nel settore cosmetico in quanto, appunto, confondibile con Nivea.

Una decisione che obbliga la Neve Cosmetics, società da 5 milioni di euro di fatturato e 10 addetti in provinca di Torino, a ritirare dal mercato le linee di prodotti a marchio “Neve” e “Neve Make up”. «La sentenza – ha spiegato Luca Trevisan, senior partner dello Studio Trevisan&Cuonzo – è molto utile nel chiarire che, anche quando le parole che costituiscono i marchi sono apparentemente diverse, vi può essere confondibilità e quindi uso illecito, poichè il consumatore può “associare” mentalmente, anche in via per così dire “subliminale” , i prodotti differenti, per motivi legati all’origine storica ed etimologica delle parole. Secondo il tribunale , dunque, Neve è confondibile con Nivea in quanto quest’ultima deriva etimologicamente dal latino niveus/nivea/niveum ossia “bianco come la neve”. Pertanto il giudice ha dichiarato la nullità del marchio Neve della concorrente e ne ha vietato l’utilizzazione».
Una tutela, va detto, riservata solo a marchi particolarmente rinomati dal forte valore economico e dalla forza suggestiva che deriva da molti decenni di investimenti pubblicitari e successi sul mercato. 

La storia si chiuderebbe qui. Anzi, con il ricorso in appello della Pmi sconfitta in primo grado: «Faremo ricorso perché siamo convinti di avere ragione» ha spiegato l’amministratore delegato dell’azienda torinese Marco Aghem, il quale precisa, dal canto suo, che non c’è confondibilità della clientela, perchè il prodotto italiano si vende solo su e-commerce dal sito dell’azienda e non anche sugli scaffali dei supermercati, è un prodotto volutamente naturale e non industriale, con una fascia di prezzo che non entra in competizione conquella dei prodotti venduti dalla Beiersdorf.

Almeno il mondo della rete gli crede. Perchè è soprattutto dalle web-clienti e dall’inevitabile solidarietà sorta nei confronti della piccola azienda contro il colosso internazionale che è scattata la reazione. In poche ore si sono moltiplicati gli appelli su Facebook, Twitter (con l’hastag #StoConNeve.) e sugli altri social per solidarizzare con Neve e chiedere alla multinazionale di non accanirsi su una Pmi da 10 addetti.

© Riproduzione riservata