Economia

Rilancio di Taranto: il 23 settembre vertice a Palazzo Chigi

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SIDERURGIA E TERRITORIO

Rilancio di Taranto: il 23 settembre vertice a Palazzo Chigi

Nel vertice in programma per il 23 settembre a Palazzo Chigi si conoscerà la struttura del Contratto istituzionale di sviluppo col quale il governo vuole rilanciare Taranto. Tutto parte dalle legge 20 dello scorso marzo. Che affida la ripresa dell’Ilva a un mix di misure tra prestito garantito dallo Stato, uso nel risanamento ambientale del miliardo e 200 milioni sequestrato ai Riva e costituzione della newco. Per Taranto, invece, si punta su avanzamento della bonifica dell’area esterna al siderurgico, recupero e valorizzazione culturale della Città vecchia, promozione del Museo archeologico, utilizzo in chiave turistica di parte dell’Arsenale militare come Museo di archeologia industriale e sviluppo del porto.
Nell’incontro del 20 luglio tra gli enti locali e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, oltre all’avvio del Tavolo interistituzionale Taranto, è anche partito un lavoro finalizzato a serrare i tempi su uno dei progetti più significativi:
il recupero della parte antica della città. Il dossier è stato presentato giorni fa ai tecnici di Palazzo Chigi, guidati da Giampiero Marchesi, direttore del dipartimento per lo sviluppo e la coesione, ricevendo un primo consenso. Il municipio ha messo in campo interventi per 67 milioni di euro ispirandosi a tre criteri: in primo luogo, la messa in sicurezza degli stabili, attualmente in parte crollati e a rischio di ulteriore cedimento; poi la costruzione o il miglioramento delle reti, partendo da acqua e fogna, per migliorare il livello di vivibilità dell’area; infine, il restauro e la valorizzazione vera e propria degli edifici. «Arrestare il degrado e l’emergenza, contrastare il senso di insicurezza, creare un ambiente urbano adeguato alle attuali esigenze del vivere e del produrre, risanare e destinare a un mix di funzioni il patrimonio immobiliare pubblico e privato»: ecco le finalità, così come indicate in in una delibera di giunta, che si propone di conseguire il comune di Taranto. La proposta inviata a Palazzo Chigi è complessiva. Accanto al riuso del patrimonio pubblico, ci sono anche interventi che riguardano i privati, la Curia arcivescovile (luoghi di culto) e l’Autorità portuale (affaccio a mare).
Non è noto quanto il governo posterà sul Contratto istituzionale di sviluppo in termini di risorse. Palazzo Chigi sarà solo la sede in cui il Contratto sarà firmato una volta raggiunta l’intesa. Toccherà poi al Cipe decidere i finanziamenti con i fondi di sviluppo e coesione così come dice la legge. Sarà coinvolta anche Invitalia, già venuta a Taranto insieme ai tecnici della presidenza del Consiglio.
Su tutto il resto (bonifica, Arsenale, porto) si tratta invece di mettere a fuoco il lavoro in corso. Per la bonifica ambientale, per esempio, la priorità del commissario Vera Corbelli è ora il Mar Piccolo, dove è partito il campionamento dell’area occupata dalla Marina Militare, anch’essa fonte di inquinamento negli anni. Mentre sul porto, chiusa definitivamente la presenza della società Taranto container terminal messa in liquidazione dagli azionisti, si tratta di attendere i primi di ottobre quando Tct riconsegnerà all’Autorità portuale aree e banchina per far partire la procedura di evidenza pubblica con la quale cercare un nuovo operatore.

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