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Lo scandalo Vw e quello studio della West Virginia University da cui tutto ebbe…

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truffa emissioni diesel

Lo scandalo Vw e quello studio della West Virginia University da cui tutto ebbe inizio

Lo scandalo che ha messo nei guai Volkswagen, colpevole di aver truccato il sistema che regola le emissioni dei gas di scarico montato sui motori diesel Tdi, così da superare i severi test ambientali Usa, è stato smascherato grazie ad uno studio della West Virginia University che risale al maggio del 2014.

Emissioni testate “on the road”
La “United States Environmental protection agency” (Epa) inizia infatti a indagare quando il “Center for alternative fuels, engines & emissions” dell’Università della West Virginia pubblica i risultati di uno studio commissionato dal “Council on clean transportation”. Lo studio è finalizzato a quantificare i livelli di emissioni di motori diesel per autovetture misurati in normali condizioni d’uso (ovvero testati su strada e non “al banco”, come avviene per i test di omologazione).

I dati “sospetti” sulle emissioni di Jetta e Passat
Durante i test i tecnici misurano livelli significativamente superiori a quelli attesi per due modelli Volkswagewn: una Jetta del 2012 e una Passat del 2013. Entrambe le vetture sono equipaggiate con il motore diesel 2.0 Tdi ad iniezione diretta. Lo stesso motore oggi al centro dello scandalo.

La prima difesa di Volkswagen: test alterati
Per tutto il 2014, informata sui fatti Volkswagen respinge ogni accusa di dati falsati. Le differenze tra i valori misurati in fase di omologazione e quelli misurati “on the road” sono da ricondurre a «vari problemi tecnici relativi ai singoli veicoli e a condizioni d’uso non convenzionali», come forti accelerazioni, traffico intenso, stile di guida sportivo.

L’Epa chiede spiegazioni
Nel dicembre 2014, Vw esegue un richiamo volontario per tentare di risolvere il problema. Ma ormai la macchina dei controlli si è messa in moto. L’Epa e il Carb (California air resolurces borad) chiedono con sempre maggiore insistenza spiegazioni sulle caratteristiche tecniche dei sistemi che controllano le emissioni del motore. In particolare, i tecnici chiedono a Vw di spiegare come mai «i sistemi di diagnostica del motore non segnalano i livelli di emissioni superiori a quelli consentiti». Nessun errore. Nessuna spia accesa.

L’Epa nega l’omologazione per i nuovi motori
Le spiegazioni fornite dai tecnici del colosso di Wolfsburg non convincono gli ispettori americani. Risultato: l’Epa comunica a Volkswagen che vista la situazione non avrebbe rilasciato il certificato di conformità per i motori diesel model year 2016 che Vw era pronta a commercializzare negli Usa. Questo fino a quando il produttore non avesse fornito spiegazioni chiare sulle incongruenze misurate.

L’ammissione di Volkswagen
Solo a questo punto Vw ammette di aver progettato e installato sui veicoli incriminati un sistema capace di limitare le emissioni proprio nel momento in cui il veicolo viene sottoposto ai testi americani anti-inquinamento, grazie a un software che gestisce la centralina elettronica. Un trucco capace di bypassare, per anni, severi test governativi. Ma che è stato smascherato quando, sulla sua strada, ha incontrato un gruppo di testardi ricercatori della West Virginia University.

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