Economia

Agroindustria, dalla Bunge un piano da 50 milioni per il Ravennate

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Agroindustria, dalla Bunge un piano da 50 milioni per il Ravennate

Piano di investimenti da 50 milioni di euro per lo stabilimento di Porto Corsini, nel Ravennate, della multinazionale statunitense Bunge, big mondiale nel settore dell’agroindustria con la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione dei semi oleosi e dei prodotti alimentari derivati.

Il piano di sviluppo riguarda il raddoppio della capacità produttiva, che oggi è di circa 500 mila tonnellate. Per il colosso di White Plans, nello Stato di New York, una scommessa sull’Italia e sul mercato dell’area del Mediterraneo. «Abbiamo presentato il progetto - spiega l’amministratore delegato di Bunge Italia, Alessandro Vitiello – ai lavoratori e alle istituzioni locali. È un investimento che nasce dalla volontà dell’azienda di rafforzare la propria presenza di mercato nel settore agroindustriale attraverso l’incremento della capacità produttiva dello stabilimento, con riferimento alla parte di spremitura dei semi. Grazie alla realizzazione del piano riusciremo ad ottimizzare la lavorazione e la produzione dei derivati, per consolidare la nostra leadership».

Lo stabilimento romagnolo è specializzato nella spremitura di semi oleosi per la produzione di oli vegetali, ad uso alimentare, e farine da utilizzare in ambito zootecnico. Qui si svolgono anche le attività di raffinazione e imbottigliamento degli oli vegetali, con un totale di circa 200 addetti, tra diretti e indiretti. Tra questi anche i dipendenti ex Novaol - l’azienda italiana leader nel settore del biodiesel nata da uno spin off del gruppo Montedison e acquisita da Bunge - che erano impiegati nell’impianto di Porto Corsini. Per il big statunitense la vicinanza della fabbrica al porto commerciale di Ravenna rappresenta un fattore strategico di espansione, soprattutto in vista del programma di sviluppo dell’infrastruttura: l’approfondimento dei fondali dovrebbe infatti consentire allo scalo portuale di accogliere navi di grandi dimensioni con un pescaggio adeguato.

L’investimento consentirà non solo di aumentare la produzione ma anche di migliorare l’efficienza generale del processo produttivo e gli standard di qualità dei prodotti. Tra gli obiettivi anche una produzione maggiormente sostenibile e il potenziamento delle condizioni di sicurezza e ricadute positive sul territorio per quanto riguarda l’occupazione. Bunge è presente in 40 Paesi del mondo con oltre 35mila dipendenti. Un colosso dell’agroindustria e del food (l’anno scorso ha raggiunto un fatturato di 60 miliardi di dollari) che si prepara a chiudere in crescita il 2015 grazie all’aumento di consumo globale di semi oleosi e cereali. Aumento che entro nove anni dovrebbe raggiungere la quota di 450 milioni di tonnellate.

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