Economia

Pirateria, 600mila posti di lavoro in meno

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CONTRAFFAZIONE

Pirateria, 600mila posti di lavoro in meno

MILANO - La pirateria audio e video si “mangia” ogni anno 500 milioni di euro di fatturato e, dal 2008, ha fatto venir meno 600mila posti di lavoro legale. Sono solo alcuni dei dati diffusi stamane da Federico Bagnoli Rossi, Segretario generale della Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, nata nel 1988 per tutelare i produttori dell’intera filiera audiovisiva , prima dalle videocassette pirata e oggi dal modo del “download illegale”) nel corso di un convegno organizzato dalla Guardia di Finanza nel Padiglione Italia, ad Expo, e dedicato proprio alla contraffazione di film, filmati e video musicali.

In Italia, il regolamento Agcom ha semplificato e velocizzato l’inibizione di siti “pirata”, al punto che dopo 25 anni il nostro Paese è finalmente fuori dalla watch list degli Stati Uniti. Eppure 2 studenti su 3 vedono, via web, almeno una volta al mese, un contenuti illegale, il 50% è convinto che la pirateria non faccia danni e il 54% dei nuovi film al cinema è già in versione “pirata” a 3 giorni dall’uscita nelle sale (il 31%il giorno stesso).

«Ci siamo avvalsi, sin dall’inizio – ha detto Bagnoli Rossi – del regolamento Agcom. Abbiamo presentando sinora 31 istanze ed ottenuto 29 ordini di inibizione (più 2 adeguamenti spontanei) verso siti che offrivano migliaia di contenuti audiovisivi non autorizzati, inclusi film ancora in programmazione nelle sale».

Ma lo strumento – anche in attesa che la Commissione Ue completi la riforma sul diritto d’autore (aspetto fondamentale della strategia del Digital Single Market avviata a maggio) – può essere ulteriormente migliorato.

Per Bagnoli Rossi va bloccato l’indirizzo Ip di quei siti responsabili di violazioni massive. L’inibizione, solo a livello di sistema di “dominio” (Dns), mostra limiti evidenti, soprattutto perchè molti portali illegali dribblano il blocco. Naturalmente, stiamo parlando di siti illegali recidivi, per i quali un blocco congiunto Ip/Dns sia tecnicamente possibile senza ledere altri domini nè i diritti degli utenti».

«Per questo sarebbe necessario maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione degli intermediari, provider e motori di ricerca – ha sottolineato Francesco Posteraro, commissario Agcom –. Nei casi di siti che hanno subito provvedimenti per illecito e pirateria potrebbero magari riposizionarli nella parte bassa del ranking». Solo l’anno scorso, ha concluso Posteraro, «oltre 10 milioni di terminali, in Italia, hanno scaricato materiale illegale».

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