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Dossier L'off-grid porta la luce ai Pvs

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    Dossier | N. 5 articoliRapporto Sviluppo sostenibile

    L'off-grid porta la luce ai Pvs

    C'è luce oltre la rete. In Africa e in Asia, questo è l'anno della generazione distribuita. Per dare luce a un miliardo e mezzo di persone senza elettricità nei Paesi in via di sviluppo e a un altro miliardo allacciato a reti inaffidabili, si ricorre sempre più spesso a piccoli impianti solari abbinati a una batteria. Servire questa vasta fetta di umanità con le fonti rinnovabili, anziché con combustibili inquinanti come il gasolio o il kerosene - un veleno letale se utilizzato senza gli opportuni criteri di sicurezza - non è solo una soluzione vantaggiosa sotto il profilo ambientale, ma anche un'opzione economicamente conveniente, grazie alla crescente competitività del fotovoltaico e dei sistemi di accumulo. In molti contesti rurali le installazioni off-grid e le micro-reti, alimentate da solare o da eolico, sono ormai più convenienti dei grandi elettrodotti di allaccio a reti spesso troppo distanti e inefficienti.

    Gli stessi governi di questi Paesi si rendono conto della convenienza e favoriscono la crescita della generazione distribuita. Il Bangladesh, ad esempio, è all'avanguardia nell'evoluzione verso le fonti rinnovabili, grazie a un programma di elettrificazione rurale off-grid, che ormai raggiunge 15 milioni di persone (il 10% della popolazione), con 70mila case solari in più al mese e ritmi di crescita del 60% all'anno. L'avanzata della luce pulita ha messo in moto un intero settore, che impiega 80mila persone, con vaste ricadute economiche per l'intero Paese. Nelle aree più povere del mondo, quindi, si sta superando la fase dell'elettrificazione attraverso grandi reti. Così come hanno saltato il passaggio dei telefoni fissi, arrivando direttamente ai cellulari, ora molte economie emergenti stanno saltando la dipendenza dalla rete, grazie ai sistemi solari off-grid abbinati agli accumuli.

    Resta da chiedersi qual è il segreto dei successi messi a segno in Bangladesh e se lo stesso sistema sia riproducibile in altre aree. Questo è il problema che si è posta l'International renewable energy agency (Irena), molto interessata a favorire la diffusione dell'energia da fonti rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo. L'Irena ha recentemente assegnato un prestito di 5 milioni di dollari a tassi agevolati al governo della Mauritania, dove solo l'1% delle comunità rurali è elettrificato. Il prestito servirà a installare 18 turbine eoliche e una mini-grid per dare elettricità a quattro villaggi di pescatori nel Nord del Paese, che oggi si illuminano con lampade a kerosene e alimentano i frigoriferi necessari a conservare il pesce con pericolose taniche di butano. La mini-grid servirà a elettrificare case, scuole, cooperative di pesca e un impianto di dissalazione per produrre acqua da bere e ghiaccio per il pesce. L'Irena mette a disposizione 50 milioni all'anno per finanziare progetti di questo tipo, ma l'interesse è tale che l'anno scorso ha ricevuto richieste di finanziamenti per un miliardo: sei progetti sono stati finanziati, altri 80 sono rimasti al palo.

    Crescono anche gli investimenti privati nel settore, soprattutto in Africa, dove si sta diffondendo il fotovoltaico a scheda prepagata: la società di vendita installa sul tetto del cliente un piccolo impianto solare con batteria e gli consente di usare l'elettricità prodotta, pagandola con ricariche simili a quelle del traffico telefonico, salvo riuscire a riscattare l'impianto dopo un certo lasso di tempo, per poterlo usare liberamente. Gli investimenti internazionali nelle società specializzate in sistemi di questo tipo crescono a ritmi rapidissimi. L'anno scorso i finanziatori privati hanno puntato complessivamente 64 milioni di dollari in questi progetti, secondo i calcoli di Greentech Media, e quest'anno si va al raddoppio. Non è solo il modello pay-as-you-go, ma anche l'associazione a sistemi di pagamento via cellulare ad assicurare il successo di queste imprese. I pagamenti via cellulare stanno diventando un forte catalizzatore per l'energia “oltre la rete”, arrivando a raggiungere, con la loro semplicità, una platea di clienti fra le più difficili e le più sensibili a problemi di prezzo.

    I sostenitori dei sistemi off-grid sperano che quest'ondata di investimenti privati - principalmente da fondi di private equity, capitalisti di ventura in trasferta dalla Silicon Valley, grandi banche e società energetiche a caccia di nuovi mercati - riesca a colmare la totale mancanza di attenzione dei quattro finanziatori più importanti nei mercati emergenti, cioè l'African development bank, l'Asian development bank, l'Inter-American development bank e la World bank. Quest'anno i finanziamenti più notevoli sono andati a Greenlight Planet, una società specializzata nei sistemi di illuminazione a led alimentati da fotovoltaico, che vende sia cellulari sia impianti di illuminazione a energia solare: in questo modo offre ai suoi clienti il modo per emanciparsi dal kerosene, utilizzando i sistemi a led per illuminare casa e il cellulare per pagare l'energia a consumo su una piattaforma dedicata. Il suo obiettivo è arrivare a illuminare 100 milioni di famiglie off-grid entro la fine di questo decennio.

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