Economia

Più gelato nell’estate degli italiani: consumi cresciuti…

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INDUSTRIA ALIMENTARE

Più gelato nell’estate degli italiani: consumi cresciuti dell’8%

Se il colosso Unilever ha appena comprato il gelato (e le gelaterie) del torinese Grom, il motivo è anche di mercato: il gelato industriale negli ultimi anni sta segnando il passo, a fronte della crescita-boom del segmento artigianale. Quest’anno – complice un’estate calda e soleggiata – il gelato artigianale ha messo a segno un risultato decisamente positivo: +8% l’aumento di consumi stimato dall’Associazione italiana gelatieri (Aig) rispetto all’estate 2014 segnata da pioggia e maltempo, che non aveva incoraggiato all’acquisto.

Il bilancio della stagione arriva in occasione dell’ultima tappa del tour 2015 di Gelato Festival, che si è chiuso al piazzale Michelangelo di Firenze dopo aver toccato 19 location tra cui Londra, Amsterdam e Valencia.
«Il Sud Italia quest’anno ha superato il Nord – spiega Claudio Pica, segretario generale dell’Associazione gelatieri, che riunisce cinquemila produttori – con incrementi di consumi che hanno toccato anche il 20-30 per cento». A conti fatti, il gelato artigianale venduto in Italia nel 2015 toccherà le 170mila tonnellate, ottenute dall’utilizzo di 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila di materie prime.

Ma a crescere, oltre ai consumi, sono state anche le gelaterie che ormai superano quota 41mila, di cui 12mila “pure” e il resto con attività di bar e pasticceria. Il business del gelato artigianale, secondo l’Associazione italiana gelatieri, mette in modo un indotto di 50-60mila addetti e alimenta una filiera (compreso le macchine per il gelato, i banchi frigo, le materie prime) che vale circa cinque miliardi di euro, e che fa dell’Italia il paese leader mondiale del settore. Un settore dunque di tutto rispetto, che ora sta cercando canali di espansione all’estero. Quest’anno, sempre secondo le stime Aig, l’export di gelato italiano segnerà +8%, col traino dei Paesi arabi che assorbono il 30 per cento.

Ma la sfida ora è quella di internazionalizzarsi aprendo gelaterie oltreconfine: «Bisogna trovare strumenti per aiutare i giovani ad aprire gelaterie all’estero – sottolinea Pica – perché il gelato italiano ha grande appeal e non possiamo farci scippare spazi di mercato da altri che fanno prodotti simil-italiani: nel mondo ci sono 100-120mila gelaterie, che potrebbero tranquillamente diventare 200mila. Abbiamo tante richieste dal mondo arabo, dall’Australia, Cina, Corea e Stati Uniti». Senza contare il fatto che il gelato si porta dietro una filiera all'avanguardia fatta di produttori di macchine e di frigo.

Ad aiutare l’espansione internazionale dei gelatieri italiani stanno contribuendo anche manifestazioni come Gelato Festival: «Le tappe di Londra, Amsterdam e Valencia sono state un grande successo – spiega Gabriele Poli, ideatore della manifestazione che promuove e fa sfidare tra loro i maestri gelatieri – tanto che ora guardiamo a consolidare la presenza in Europa e studiamo l’espansione negli Stati Uniti con un format ad hoc per il pubblico americano».
Già oggi, aggiunge Pica, i gelatieri italiani sono molto richiesti all’estero anche per fare formazione, «nonostante la nostra frammentazione regionale non abbia partorito un titolo unico che abilita al mestiere». Da risolvere resta pure il ventennale dilemma della definizione di gelato artigianale: «Forse nel 2016 riusciremo a centrare l’obiettivo in sede europea», azzarda Pica.

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