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Calabria, quelle aziende «eretiche» fuori dalle statistiche e che hanno successo

Ci sono aziende in Calabria che non temono la desertificazione industriale né la decrescita economica. Nemmeno i dati Svimez. Sono piccole realtà ispirate a modelli di business alternativi: non seguono la logica stringente del profitto, fanno poco affidamento sui finanziamenti pubblici e lavorano anche per lo sviluppo professionale e umano dei propri collaboratori. Si definiscono imprese eretiche. Il loro raduno è fissato per domenica a Zagarise, nella Sila catanzarese, nel parco avventura di Massimiliano Capalbo che da 4 anni crea occasioni di confronto fra le aziende non convenzionali e più innovative della regione.

La sua attività, Orme nel parco, è già un esempio: tre ettari immersi in uno scenario montano incontaminato, per inoltrarsi nella natura tra percorsi acrobatici ed escursioni guidate. Vi si respira l’aria più pura d’Europa: la Sila è rientrata di recente nella Rete mondiale delle riserve della biosfera dell’Unesco. «Abbiamo scommesso qui dove nessuno lo avrebbe fatto, portando in questa zona impervia e senza servizi più di 130mila persone. Oggi progettiamo parchi e riusciamo a sostenerci da soli», afferma Capalbo, autore del libro “La terra dei recinti” (Rubbettino), un saggio su tutte le rinascite possibili della Calabria, contro falsi miti e pregiudizi.

Al raduno hanno aderito in centinaia. Il primo della lista è Rosario Benedetto, giovane imprenditore di Varese trapiantato al Sud: nell'Alto Jonio cosentino ha creato Rosetum, un’azienda di agricoltura biodinamica incentrata sulla coltivazione dell'antica rosa degli Achei, tipica della zona. Così su 7 ettari di terreno che guardano il mare, accanto al Castello templare di Federico II di Roseto Capo Spulico, tornerà a sbocciare, già per la prossima primavera, una varietà molto simile alla profumatissima rosa damascena, diffusa in Bulgaria e Marocco.

Fra i pionieri dei raduni eretici, Nicola Bloise e Ottavia Palamara, con le loro case albergo del Nibbio a Morano Calabro, dentro il Parco del Pollino: un mix perfetto di natura, paesaggio, architettura e tradizioni. Anche un museo naturalistico e laboratori musicali in chiese sconsacrate, all'insegna di un’ospitalità diffusa, solidale e sostenibile, in alternativa a B&B e agriturismi. Come quella di Home for Creativity, primo progetto di cohousing in Calabria, a Montalto Uffugo: Roberta Caruso, neolaureata in filosofia, fra le sue proposte di accoglienza e residenza (fino a 18 mesi), scambia arte e lavoro con soggiorni all’insegna della sharing economy. Social gli spazi di lavoro, il cibo e la condivisione dei mezzi di trasporto (auto e scooter).

Sarà presente a Zagarise anche l’associazione La Piazza, che gestisce il festival di Cleto, un appuntamento internazionale nella presila cosentina: da anni valorizza il territorio attraverso attività culturali con l’obiettivo di coinvolgere le nuove generazioni. Durante le manifestazioni i residenti mettono a disposizione per i visitatori posti letto e case nel borgo. Racconterà la sua esperienza anche Stefano Caccavari che a San Floro, in provincia di Catanzaro, il comune in cui doveva sorgere la discarica più grande d'Europa (la concessione è stata annullata) ha creato una bio valley, dando in affitto piccoli appezzamenti orticoli. Lui li lavora, gli abbonati si godono i frutti. È boom di richieste: 500 in lista d’attesa. «I tempi sono pronti, già esiste e opera una Calabria nuova, che ha cambiato forma – conclude Capalbo – l’importante è farla vedere, raccontarla, per trasformarla in un modello per quanti vogliono provare a fare impresa».

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