Potrebbe essere firmato già lunedì prossimo nella Prefettura di Taranto il Contratto istituzionale di sviluppo, lo strumento a cui la legge dello scorso marzo (la numero 20) affida il rilancio della città. Per il 19 ottobre è infatti convocato il Tavolo istituzionale tra Palazzo Chigi, ministeri ed istituzioni locali coordinato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.
Dopo la firma a Taranto, il Contratto andrà all'esame del Cipe che dovrà deliberare i finanziamenti. Le linee guida del Contratto sono recupero della Città vecchia, infrastrutture del porto, bonifiche nell'area esterna all'Ilva, Museo nell'Arsenale della Marina. Oggi si sono svolte due riunioni: in Comune e in Prefettura. A quest'ultima hanno partecipato anche il ministero dello Sviluppo economico e il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi. Sembra acquisita la richiesta fatta dal Comune di Taranto e dai sindacati a proposito dell'Arsenale. La legge 20 dice che il Contratto deve privilegiare per lo stabilimento militare il percorso museale, trattandosi di un complesso nato più di cento anni fa, ma la richiesta partita da Taranto è che l'Arsenale conservi anzitutto la sua vocazione produttiva, ovvero realtà che si occupa della manutenzione e della riparazione delle navi militari. Oggi il sottosegretario Rossi ha convenuto su quest'impostazione e ha detto che si deve lavorare su un progetto che tenga insieme la valorizzazione dell'Arsenale tra infrastrutture e manutenzioni, l'uso da parte della città della banchina torpediniere dismessa dalla Difesa, il Museo navale, la messa a disposizione di Taranto delle strutture sanitarie e sportive della Marina.
Del Contratto istituzionale di sviluppo si sta occupando la struttura di missione di Palazzo Chigi. Il responsabile, Giampiero Marchesi, invita a «non zavorrare» di richieste il Contratto, «altrimenti - sottolinea rivolgendosi agli enti locali - lo facciamo affondare».
Altri punti richiamati, l'unitarietà della proposta che deve esprimere la città e la cantierabilità degli interventi. «Per Taranto - sottolinea Marchesi - abbiamo deciso di concentrarci su quanto si può fare subito proprio per dare un segnale». Non c'è ancora un'indicazione delle risorse del Contratto: «Dipenderà - dice Marchesi
- da quanti progetti saranno effettivamente avviabili. E comunque non è detto che un progetto pronto abbia poi bisogno di tutte le risorse nel 2016». «Gli interventi previsti devono riassorbire la disoccupazione locale» chiedono infine i sindacati, che propongono il ricorso alla «clausola sociale» impegnando le stazioni appaltanti e le imprese.
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