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In Campania sei monumenti diventano ecosostenibili e antisismici

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RICERCA IN EDILIZIA

In Campania sei monumenti diventano ecosostenibili e antisismici

Palazzo Penne a Napoli è il primo edificio monumentale in Campania ad essere recuperato in chiave ecosostenibile; il sito di Cerreto Sannita medievale è entrato nell’era digitale e oggi offre un pcompleto ercorso di fruizione e visualizzazione. Ecco, solo due esempi dell’attività svolta dal distretto tecnologico della Campania Stress (tecnolgie innovative in edilizia) , con il progetto europeo “Provaci”, puntato sulla conservazione dei beni culturali. Un progetto da 17,4 milioni di fondi Ue, considerato una best practices.

“Provaci”, avviato nel 2011 nell’ambito del Pon “Ricerca e Competitività 2007-2013”, ha interessato sei regioni d’Italia e altrettanti luoghi culturali di grande rilievo che sono diventati “dimostratori”. In questi luoghi, infatti, le ricerche si sono trasformate in reali interventi: oltre a Palazzo Penne e Cerreto Medioevale, Stress ha realizzato interventi anche sull’Arena di Verona, il monastero di Sant’Angelo d’Ocre (Aquila), e l’area di Occhiolà (Catania). A Verona, è stata sviluppata una rete integrata di monitoraggio che comprende Teatro Romano e Museo Archeologico, l’Arena di Verona e Castel San Pietro. Mentre il monastero di Sant’Angelo d’Ocre, inagibile da dopo il terremoto de L’Aquila, è stato recuperato e valorizzato con tecniche antisismiche innovative. Così come, infine, in Sicilia, l’antico borgo di Occhiolà, distrutto da un terribile terremoto nel 1693: è stata realizzata una piattaforma Gis per la gestione, la conservazione e la fruizione del Parco Archeologico di Occhiolà.

I risultati del progetto sono ora presentati con una mostra tridimensionale e interattiva nella Basilica di San Giovanni Maggiore, a Napoli: anche in questo caso facendo grande uso di tecnologie per la fruizione virtuale dei luoghi-dimostratori.
Nel progetto, con Stress, sono stati coinvolti i principali gruppi di ricerca nazionali che puntano ad innovare il settore sviluppando tecnologie per la protezione sismica degli edifici storici, basate su materiali sostenibili e metodologie innovative, come l’università di Napoli, quella di Padova e del Sannio. Non solo, sono state anche coinvolte alcune delle principali eccellenze scientifiche nazionali operanti nel campo dei Beni Culturali, in particolare l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Cnr , importanti realtà industriali nel settore dei materiali, come Mapei, oltre che dell’ingegneria come D’Appolonia, e delle costruzioni, come Cmsa del Consorzio Ccc. Coinvolti infine leader tecnologici nel campo dei new media come la società Ett.
La conclusione del progetto Provaci rappresenta una tappa importante per Stress, il distretto nato da una costola della Federico II e promosso tra gli altri dal rettore Gaetano Manfredi, agisce in stretta sinergia anche con Ordine degli Ingegneri e Acen (Associazione costruttori di Napoli). «Al momento, con i progetti del Distretto – dice Ennio Rubino, presidente di Stress – abbiamo potenziato l’azione di ricerca attivando dimostratori, stimolando collaborazioni virtuose tra enti di diverso livello. Oggi esistono organizzazione e competenze che consentono di cogliere nuove opportunità che potranno essere offerte dalle prossime programmazioni dei Pon Ricerca&Competitività, Pon Cultura e Pon Aree Interne».

«È importante e strategico valorizzare i nostri giacimenticulturali – dice il presidente degli industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso – con iniziative che coniughino l’interesse alla salvaguardia del bene culturale con la creazione di ricchezza per il territorio e per i suoi abitanti. L’utilizzo dell’innovazione può agevolare questi percorsi. È pienamente condivisibile la metodologia adottata dal distretto Stress, che, in un’ottica interregionale, ha permesso di sfruttare competenze e capacità di gruppi di ricerca nazionali, università, grandi imprese, leader tecnologici nel campo dei new media . L’Unione Industriali di Napoli si è da tempo mossa in tal senso attraverso numerose iniziative, come le intese con realtà come l’Università Federico II e il Cnr, o il progetto per la valorizzazione dell’area extra moenia di Pompei».

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