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In Sicilia scatta il risiko dei Confidi

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In Sicilia scatta il risiko dei Confidi

L’hanno battezzato il day after, il giorno dopo. Perché quest’anno il Confidi Day organizzato dallo studio del consulente  Raffaele Mazzeo in collaborazione con Assoconfidi di cui è presidente Vito Rinaudo arriva subito dopo la scadenza fissata dalla Banca d’Italia per la presentazione delle istanze di iscrizione al nuovo albo “106” da parte dei Consorzi fidi così come previsto dalla circolare 288/2015. L’appuntamento è per stamattina a Catania e sarà, secondo gli organizzatori, anche l’occasione per fare il punto sulla situazione complessiva dei Consorzi in Sicilia. 

Un appuntamento che è stato preceduto dalle manovre dei Confidi più grossi sul fronte delle aggregazioni.  Solo un’operazione, però, è in questa fase andata in porto, nell’ambito dei Consorzi fidi che gravitano nell’orbita di Confindustria: InterconfidiMed di Palermo ha incorporato Fidimpresa con sede a Catania ma riferimento anche per le imprese di Siracusa e Ragusa. Ne è nata una struttura, che ora si chiama Fidimed, con oltre duemila soci, 350 milioni di affidamenti in essere e un patrimonio complessivo di 14 milioni: il Consorzio ha presentato la domanda per l’iscrizione al nuovo albo. «Una fusione – spiega l'amministratore delegato di Fidimed, Italo Candido – che serve soprattutto a rafforzare il sistema dei servizi nelle aree che sono entrate a far parte di questo nuovo grande Consorzio fidi. L'obiettivo è quello di dare alle imprese servizi efficienti su un fronte, quello del credito, che necessita di grande attenzione e come abbiamo sempre detto è la chiave della ripresa e dello sviluppo».

Altro processo di fusione in corso d’opera è quello tra Unifidi, Consorzio di garanzia che fa riferimento alla Cna e ha sede a Ragusa, e Credimpresa di Palermo. Per il 28 è stata fissata l’assemblea finale dei due Consorzi che ratificherà la fusione: nel frattempo è stata presentata la domanda per essere ammessi al nuovo albo di Bankitalia secondo un percorso concordato con l’Istituto . Da questa fusione nascerà un Consorzio con 20mila soci e 300 milioni di garanzie in essere. «Si tratta - dice Mario Filippello, segretario regionale della Cna - di un processo irreversibile. Siamo solo all’inizio di questa epoca di cambiamenti che nel giro di un paio d’anni dovrebbe portare alla creazione di una dozzina di Confidi in tutta Italia. Il nuovo Consorzio che nascerà avrà anche una proiezione extraregionale e noi puntiamo a una operatività nazionale essendo una delle strutture più grandi da Firenze in giù». Non è poi andata in porto invece la fusione tra Confeserfidi, il Consorzio di Scicli in provincia di Ragusa di cui è amministratore delegato Bartolo Mililli, e il palermitano Fideo-Confcommercio: quest’ultimo Consorzio ha anche deciso di non presentare la domanda per l’ammissione al nuovo Albo di Banca d’Italia. «Abbiamo valutato - dicono da Fideo - che in questa fase fosse opportuno dedicarci di più al consolidamento del nostro core business. Riteniamo che la nostra missione sia quella di assistere le imprese e soprattutto aiutarle a ottenere credito dalle banche, svincolandole da una logica meramente di mercato».

Ora alla luce dei movimenti avvenuti o in essere, sarà molto interessante scoprire qual è lo stato di salute dei Confidi siciliani soprattutto quelli più grandi (i cosiddetti ex 107). E la Survey elaborata dallo studio Mazzeo è sicuramente il quadro più aggiornato. Da questa si evince che anche nel 2014 i Confidi hanno svolto il loro ruolo anticiclico e hanno rafforzato la rete di protezione del sistema economico: «Nei bilanci 2014 dei Confidi sono state già messe da parte riserve a copertura delle perdite future per oltre 72 milioni». Altro dato: lo stock di portafoglio garanzie si è ridotto nel 2014 del 6,7% (meno 52 milioni sul 2013) e le spese amministrative aumentano l’erosione dei ricavi da core business (commissioni attive+interessi passivi». Secondo la Survey sono quattro le opportunità che il sistema deve cogliere: la riforma del comparto con un nuovo percorso di sviluppo che prevede il consolidamento del settore e l’aumento della concorrenza; il miglioramento delle condizioni esterne di mercato con la ripartenza del credito e il riassorbimemento degli stock di sofferenze bancarie; l’innovazione finanziaria considerato che i Confidi grazie alle loro reti possono svolgere nei prossimi anni un ruolo chiave nel sistema del credito; le risorse finanziarie che arriveranno nei prossimi anni.

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