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E-commerce oltre quota 16 miliardi

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E-commerce oltre quota 16 miliardi

Sempre più beni fisici entrano nel carrello digitale della spesa, ma per il momento i servizi hanno ancora un peso dominante. È questa l'evoluzione che contraddistingue l'e-commerce B2C in Italia, dove i prodotti sono all'inseguimento dei servizi. Quest'anno i primi hanno raggiunto quota 6,7 miliardi (+21% sul 2014) di acquistato, mentre i servizi si avvicinano ai 9,9 miliardi (+12%) e valgono il 60% del mercato. Nel complesso le vendite B2C superano i 16,6 miliardi con un aumento di oltre il 16%, e una penetrazione sul totale delle vendite che arriva al 4 per cento.

I settori trainanti sono il turismo (+14% sul 2014), l'hi-tech (+21%), l'abbigliamento (+19%) - trainato da pesi massimi come Yoox o Zalando - per finire con l'editoria (+31%, pari a un aumento di 140 milioni), soprattutto grazie all'acquisto di libri.

È la fotografia che emerge dalla tredicesima edizione dell'Osservatorio eCommerce B2C curato da Politecnico di Milano e da Netcomm che viene presentato oggi.

«Quest'anno - spiega Riccardo Mangiaracina, direttore dell'Osservatorio - i prodotti emergenti acquistati online sono quelli dei settori alimentare, grocery e largo consumo confezionato, bellezza, giocattoli, mobili e complementi d'arredo, che nel complesso valgono poco più di un miliardo di vendite, mentre qualche anno fa non erano nemmeno rilevati». Un altro fenomeno del 2015 è legato alla maggiore presenza dei prodotti artigianali. Un aiuto arriva dai pesi massimi dell'e-commerce che agevolano la presenza di start up e artigiani. Ne è un esempio la categoria “made in Italy” di Amazon, vetrina planetaria in cui si concentra l'offerta dei prodotti artigianali e delle micro imprese locali. Altri giocano invece la carta dell'aggregazione come, per esempio, le start up Velasca, Lanieri, Quattrocento, Segno Italiano e Luca Fanoni, presenti online con prodotti complementari. Molte piccole realtà aggiungono l'e-com al sito aziendale, come Umberto Brignone, 23 anni, terza generazione di maestri pasticceri che dalle Langhe vende online in tutta Europa i Droneresi, specialità locali.

Altri trend di successo sono quelli degli aggregatori, vere e proprie vetrine virtuali dei negozi online a cui si aggiungono le vendite flash e private per finire con i portali alberghieri. «Nel complesso generano il 37% del fatturato consumer e crescono con un ritmo superiore alla media» aggiunge Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori digital innovation del Politecnico di Milano.

Sul fronte dei servizi è il turismo a fare la parte del leone: vale 7,8 miliardi, quasi metà dell'e-commerce B2C nazionale. Oltre ai biglietti, ci si rivolge alle agenzie di viaggi online per prenotare hotel e ai siti delle compagnie per le crociere. La voce assicurazioni vale 1,2 miliardi, mentre i servizi, come le ricariche o i biglietti per eventi, altri 890 milioni.

Qual è il profilo degli acquirenti? «Sono 11 milioni gli e-shopper abituali dell'e-commerce - risponde Roberto Liscia, presidente Netcomm -, perlopiù nella fascia di età tra i 30 e i 55 anni, prevalentemente uomini e che almeno una volta al mese assolvono anche la funzione di “responsabili degli acquisti digitali” per la famiglia. Nei primi sei mesi dell'anno il 57% dei beni acquistati era un prodotto fisico, con un trend superiore a quello dei servizi e beni digitali». La loro spesa pro capite annua ammonta a 1.280 euro contro i 320 degli e-shopper sporadici e nel 96% si paga con carta di credito e Paypal. «Notiamo un aumento delle vendite di grandi elettrodomestici e prodotti di fascia alta - conclude Edoardo Giorgetti, managing director di Banzai ecommerce -. Crescono anche gli acquisti in mobilità, da smartphone e tablet».
enrico.netti@ilsole24ore.com

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