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Roaming, da giugno 2017 stop agli extra-costi in tutta l’Unione…

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VIA LIBERA DEL PARLAMENTO EUROPEO

Roaming, da giugno 2017 stop agli extra-costi in tutta l’Unione europea

Cancellazione del roaming nel giugno 2017 e mantenimento del principio della neutralità della rete (anche se su questo punto il giudizio è controverso e c’è chi lancia l’allarme su possibili future falle nel sistema). È arrivato il sì definitivo in seconda lettura dalla plenaria del Parlamento Europeo. E così il “Telecom Single Market” – pacchetto proposto nel settembre 2013 dall’ex commissario Neelie Kroes e poi molto rimaneggiato – diventa ora realtà.

Gli ultimi scogli superati. Insomma, niente più ostacoli all’eliminazione di extracosti per chi viaggia in Europa o Paesi aderenti (31 in tutto: i 28 della Ue, compresa quindi la Croazia, più Svizzera, Norvegia e Islanda). Oltre due terzi dei deputati hanno infatti anche bocciato tanto la proposta del gruppo euroscettico Efdd (con Ukip e M5S) di respingere l'accordo già raggiunto con il Consiglio, quanto 13 emendamenti proposti da Verdi e Sinistra Unitaria.

La road map. «Consumatori e imprenditori avevano atteso a lungo», commenta soddisfatto il Commissario Ue, Andrus Ansip. Nella pratica, l’abolizione completa dei sovraccosti del roaming, che scatterà dal 30 giugno 2017, verrà preceduta da un primo taglio il 30 aprile 2016. Sarà allora infatti che i tetti attualmente in vigore quando si va all’estero nei paesi della Ue saranno rimpiazzati da un sovraccosto massimo di 2 centesimi per gli sms, 5 centesimi al minuto per le chiamate e 5 centesimi per megabyte per i dati scaricati (contro le tariffe attuali che hanno un tetto rispettivamente a 6, 19 e 20 centesimi). È anche prevista una clausola di “uso equo” del roaming per prevenire eventuali abusi da parte chi utilizzasse all'estero il proprio numero per motivi diversi dal viaggiare. In questo caso verranno introdotte clausole di salvaguardia che consentiranno agli operatori di recuperare i costi.

Percorso accidentato. Si arriverà così alla cancellazione a giugno 2017, a conclusione di un percorso ampio e sicuramente accidentato. Del resto per le telco si tratta di una perdita di ricavi in un momento in cui rinuciare a fonti di business diventa sempre più pericoloso. Ma del resto, lato consumatori, la misura era molto attesa. A inizio 2014 la Commissione Ue aveva fornito i risultati di un’indagine su 28mila cittadini dell'Ue da cui emergeva che il 94% degli europei che viaggia al di fuori del proprio paese fa un uso limitato di servizi come Facebook sul cellulare a causa dei costi del roaming. In particolare il 47% degli utenti non userebbe mai il cellulare per collegarsi a internet in un altro paese dell'Ue;
solo un utente su dieci consulterebbe le e-mail come se fosse a casa; più di un quarto degli utenti semplicemente spegne il cellulare quando viaggia all'interno dell'Ue. In Italia il 18% spegne il cellulare; il 58% ammette di non fare telefonate; il 19% disattiva il traffico mobile.

Un risultato che parte da lontano. Nel tempo comunque i costi di roaming all’interno della Ue hanno subito un progressivo abbassamento. È dal 2007 infatti che la Commissione Ue haa progressivamente obbligando le compagnie telefoniche a ridurre i costi per i cittadini Ue che si spostano in un altro stato membro per chiamate ricevute ed emesse, sms e traffico dati. Il regolamento del 2012 per la prima volta ha fissato un limite tariffario per il roaming.

La net neutrality. Il Telecom Single Market sancisce anche il principio della neutralità della rete nel diritto dell’Unione Europea. Quindi nessun blocco o limitazione di contenuti online, applicazioni e servizi in tutta la Ue. Però - e qui viene la parte critica - sono previste alcune “eccezioni” e viene ribadita la necessità di un ruolo di controllo da parte delle autorità nazionali sull'effettivo esercizio della net neutrality. In estrema sintesi, i critici hanno parlato di norme non chiare e che lasciano ampia discrezionalià. Insomma: possibili maglie troppo larghe in cui potrebbero inserirsi possibilità di accordi fra fornitori di contenuti e gestori delle reti.

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