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Dossier Investire nella logistica conviene (e le riforme sarebbero a costo zero)

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    Dossier | N. 6 articoliRapporti24 / Infrastrutture & logistica

    Investire nella logistica conviene (e le riforme sarebbero a costo zero)

    Per le operazioni di import/export di merci, in Italia, tra procedure amministrative, controlli doganali e movimentazioni occorrono mediamente 18,5 giorni, il triplo dell'Olanda (6,5 giorni in media) e il doppio di Belgio, Germania e Spagna. Lo rileva una ricerca Confcommercio-Isfor presentata al primo Forum internazionale sui trasporti e la logistica organizzato da Confcommercio-Conftrasporto a Cernobbio (Como). Il dato è riferito all'attività portuale ed è un buon indicatore delle inefficienze logistiche che affliggono il Paese e ci costano 42 miliardi l'anno in termini di mancata crescita (si veda Il Sole 24 Ore del 13 ottobre).

    Pesa l'estrema frammentazione delle procedure burocratico-amministrative: dalla predisposizione dei documenti, allo sdoganamento; dalle ispezioni e i controlli, alla movimentazione e trasporto dei carichi. Operazioni che, in Italia, causano una dilatazione dei tempi di transito dei beni rendendoli superiori, anche di tre volte, a quelli di Germania, Belgio, Spagna, Olanda.

    Non sorprende, dunque, che il trasporto merci in Italia, considerate tutte le modalità (strada, ferrovia, mare, aereo), sia crollato dal 2007 a oggi. E non è solo colpa della crisi. È evidente che bisogna rimuovere gli ostacoli logistici se si vuole tornare a crescere come sistema Paese. Intendendo per logistica l'ampio sistema dei trasporti e dei servizi connessi alla mobilità delle merci.

    Il fatto è che nella nostra tradizione culturale ha sempre contato, e ancora conta, di più produrre: tanto poi (si pensa) in un modo o nell'altro le merci arriveranno dove devono arrivare, anche perché non di rado sono gli stessi clienti a farsi carico del trasporto acquistando i prodotti franco fabbrica. Mai si è considerata la logistica come settore produttivo di per sé. Mettendoci poi la globalizzazione e lo spostamento mondiale delle produzioni, c'è il rischio concreto che non solo le merci fatichino a partire e ad arrivare in Italia, ma che una quantità di merci via via minore sia prodotta nel nostro Paese.
    Eppure vi è una percezione diffusa, alimentata dall'esperienza quotidiana, di grave limitazione alla mobilità di merci e persone. Infrastrutture inadeguate, burocrazia e territori disconnessi ampliano il divario con l'Europa. E non si tratta di un gap solo fisico, ma anche procedurale e organizzativo, appesantito da regolamenti e provvedimenti normativi che complicano la mobilità di merci e di persone.

    Tale ritardo stride con l'eccellenza delle nostre esportazioni e le potenzialità della manifattura italiana. In Italia è sempre mancata – lo ha denunciato a Cernobbio lo stesso ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio – una visione integrata tra politica economica in generale e politica della logistica e dei trasporti in particolare. E così abbiamo porti marittimi che non sono collegati alla rete ferroviaria, colli di bottiglia lungo i principali assi viabilistici, aree industriali che soffrono per un'accessibilità scadente.
    Il tema dei trasporti di frequente sfugge al dibattito elettorale e quando ciò accade è difficile che riesca poi a influenzare le successive azioni di governo. Trasformare le promesse in opere e iniziative concrete non è semplice. Tuttavia, appare evidente che nel settore dei trasporti si sia ecceduto. Spesso è più importante razionalizzare, ottimizzare, potenziare l'esistente, piuttosto che costruire nuove opere.

    Puntare sulla logistica conviene. Suona come uno slogan, ma i benefici per il Pil sarebbero notevoli. Per esempio iniziando a semplificare le operazioni di sdoganamento delle merci nei porti marittimi oppure realizzando dei collegamenti tra i porti, gli aeroporti, le aree industriali con la rete ferroviaria. A volte si tratta di semplici raccordi che porterebbero grandi benefici a tutto il sistema della mobilità e alla competitività dell'industria italiana.

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