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Grandi navi a Venezia: c’è il progetto alternativo

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Grandi navi a Venezia: c’è il progetto alternativo

Arriva il progetto di Venezia per non far passare più le grandi navi da crociera attraverso il cuore della città storica, cioè attraverso il bacino San Marco su cui si affacciano il palazzo ducale e gli altri monumenti più preziosi. Tratteggiato più volte, annunciato in forma di bozza, il progetto prevede un percorso alternativo che sfiora il polo industriale di Marghera e fa ricorso a un altro ingresso della laguna, la bocca di porto di Malamocco.

Il progetto sarà presentato ai ministeri delle Infrastrutture e trasporti (per la parte ingegneristica) e dell'Ambiente (per la valutazione di impatto ambientale) e sostituirà, annullandolo, il vecchio progetto dell'Autorità del porto, che prevedeva lo scavo di un canale colossale attraverso i bassifondi della laguna.

Ieri mattina il sindaco di Venezia, l'imprenditore Luigi Brugnaro, e il presidente dell'Autorità portuale, l'ex sindaco ed ex ministro Paolo Costa, hanno presentato nel municipio di Venezia il progetto denominato Tresse Nuovo.

I lavori potrebbero durare meno di due anni (gli ingegneri stimano 20 mesi) con un costo sui 140 milioni di euro.

Nel complesso l'idea non è nuova. Vi insisteva già il predecessore di Brugnaro, l'allora sindaco Giorgio Orsoni, e pochi mesi fa il provveditore del porto, Paolo Costa, aveva aderito al progetto del Comune. Ma aspetti tecnici parevano insuperabili finché non è stato indovinato quel tocco risolutivo che potrebbe togliere i dubbi di molti. Non si tratta di scavare vie d'acqua immense attraverso i fondali limacciosi della laguna. Si useranno vie d'acqua che esistono già: il canale Vittorio Emanuele che dalla stazione marittima arriva a Marghera, il canale industriale che da Marghera porta i mercantili in mare aperto. La pennellata risolutiva è lo scavo di un canale nuovo, il Tresse, lungo circa mille metri, per unire i due passaggi già esistenti e consentire la navigazione delle impressionanti navi da crociera.

Dicevano gli antichi che “gran laguna fa gran porto”. L'intera laguna di Venezia è un porto, e vi si distribuiscono almeno quattro distinti scali. Alla stazione marittima ormeggiano le navi da crociera, a Marghera c'è il traffico industriale e chimico, a San Leonardo il terminal delle petroliere, a Fusina i traghetti ro-ro verso il Mediterraneo. Non sarà facile per il traffico passeggeri mescolarsi con questi flussi marittimi che hanno esigenze di sicurezza differenti. È poco apprezzato l'incrocio fra una crociera carica di migliaia di vacanzieri con una grossa chimichiera piena di prodotti pericolosi. Quindi potrà esserci il pesante vincolo del senso unico alternato, con approdi e partenze coordinati in lunghi convogli di navi.

Molto accreditata per il minore impatto ambientale, ma poco amata dalle istituzioni veneziane, è l'idea concorrente della società Duferco per un terminale da realizzare alla bocca di porto del Lido, al confine con le acque aperte dell'Adriatico.

Ora l'Autorità del porto dovrà ritirare il vecchio progetto per il canale gigante, bocciato al Tar del Veneto e messo in sospensione dalla commissione Via del ministero dell'Ambiente. Nei giorni scorsi il ministero aveva messo in mora il provveditorato al porto perché non aveva provveduto ad alcuni adempimenti sul suo vecchio progetto.

«Questo progetto, che per la prima volta viene presentato come proposta univoca della città – ha ribadito Brugnaro – lo avevamo già illustrato in campagna elettorale e oggi abbiamo voluto dettagliarlo per far vedere realmente a tutti quale sarà il percorso, che non prevede alcun impatto ambientale o paesaggistico».

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