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Bufera sull’olio d’oliva: Guariniello apre indagine sul falso…

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Coldiretti: si accenda un faro sull’import

Bufera sull’olio d’oliva: Guariniello apre indagine sul falso extravergine. Coldiretti: occhio a bottiglie sotto ai 6-7 euro

Nuova bufera sull'olio d'oliva. Il Pm di Torino Raffaele Guariniello ha contestato ai rappresentanti legali di una decina di aziende del settore il reato di frode in commercio. Coinvolti diversi brand molto conosciuti del settore (alcuni dei quali, a dispetto dell'italianità del nome, di proprietà straniera): dalla Carapelli alla Bertolli, dalla Sasso alla Santa Sabina, da Coricelli ad Antica Badia e a Primadonna.

L’indagine parte dalla segnalazione di una testata di consumatori
L'indagine è partita da una segnalazione (emersa a maggio scorso) di una testata di tutela dei consumatori (Test) che alcuni mesi fa aveva preso in esame 20 diverse bottiglie di olio extravergine d'oliva declassandone ben 9 per la presenza di difetti organolettici o per il mancato rispetto di alcuni parametri chimici. La segnalazione della rivista è quindi alla base dell'indagine aperta dal Procuratore di Torino nella quale i laboratori delle agenzie delle Dogane hanno esaminato i campioni prelevati dai carabinieri dei Nas concludendo che il prodotto, a differenza di quanto indicato in etichetta, «non era extravergine». Pertanto tali confezioni vanno declassate a olio “vergine” perché dai controlli chimico fisici effettuati è emerso che non rientrano nei principali parametri di acidità, perossidi e alchil esteri.

Casi di frode in commercio, senza rischi sulla salute
Va sottolineato che l'ipotesi di reato ipotizzata dal Pm Guariniello riguarda la possibile «frode in commercio» ai danni dei consumatori per olio d'oliva commercializzato come «extravergine» ma che in realtà non è tale. Ma al di là della possibile frode non sussistono rischi per la salute visto che nessuna delle sostanze analizzate può essere considerata nociva per la salute degli acquirenti.

Martina: abbiamo rafforzato i controlli

«Seguiamo con attenzione l'evoluzione delle indagini della Procura di Torino – ha detto il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina - perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell'olio made in Italy. Da mesi abbiamo rafforzato i controlli soprattutto considerato che la scorsa campagna produttiva è stata tra le più scarse e complicate degli ultimi anni. Va ricordato che nel corso del 2014 l'Ispettorato per il controllo della qualità e la repressione delle frodi ha effettuato oltre 6mila controlli sul comparto sequestrando merce per un controvalore di 10 milioni di euro».

Coldiretti: accendere un faro sull'import
E a chiedere di tenere alta la guardia, in particolare dopo un'annata produttiva scarsa come quella 2014-15 è anche la Coldiretti. «A favorire le frodi - si legge in una nota - è il record di importazioni che ha visto nel 2014 arrivare in Italia ben 666mila tonnellate di olio d'oliva e di sansa con un incremento rispetto all'anno precedente del 38%. L'Italia è infatti il secondo produttore al mondo dopo la Spagna, ma il primo importatore di oli d'oliva che vengono spesso miscelati con quelli nazionali per acquisire con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici una parvenza di italianità da sfruttare sul mercato nazionale come su quelli esteri». Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano, sottolinea Coldiretti, bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. Il consiglio dell’associazione è anche quello di guardare la scadenza e preferire l'extravergine nuovo guardando l'annata di produzione che molti indicano volontariamente in etichetta.

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