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Caporalato, scattano arresti e confisca dei beni. Martina: un passo…

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azione organica di contrasto

Caporalato, scattano arresti e confisca dei beni. Martina: un passo avanti cruciale nel contrasto all'illegalità

A due giorni dal recepimento nella riforma del codice antimafia di due misure contro il caporalato (confisca obbligatoria dei beni e responsabilità allargata) oggi il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge con un'azione organica di contrasto al fenomeno. Nel provvedimento rientrano anche le due norme già approvate dalla Camera.

Il disegno di legge recepisce il pacchetto presentato dai ministri della Giustizia e delle Politiche agricole
Dopo l'estate nera nei campi con la scia di morti e sfruttamento il governo ha deciso di adottare interventi forti per ripristinare la legalità del lavoro agricolo. Qualche mese fa i ministri delle Politiche agricola Martina e della Giustizia Orlando avevano presentato un pacchetto che è diventata l'ossatura del disegno di legge a cui sono state aggiunte altre misure del ministero del Lavoro. Il piatto forte è l'inasprimento degli strumenti penali che vanno dalla confisca obbligatoria che scatta nel caso di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro alla responsabilità amministrativa degli enti fino all'arresto obbligatorio per il delitto di intermediazione e sfruttamento. Un giro di vite pesante che si affianca agli indennizzi per le vittime. Previsto anche un piano per l'accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali con il diretto coinvolgimento delle amministrazioni statali che dovranno vigilare sulle condizioni di lavoro. Un impegno finalizzato anche alla tutela della manodopera extracomunitaria.

Rafforzata la Rete del lavoro agricolo di qualità
Sarà inoltre rafforzata la Rete del lavoro agricolo di qualità introdotta da Campolibero (Legge competitività). Possono partecipare alla Rete, che ha già raccolto l'adesione di un consistente numero di aziende, anche gli sportelli unici per l'immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l'impiego, gli enti bilaterali (organizzazioni datoriali e sindacati) e i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori. Ed è proprio quest'ultimo un elemento critico su cui spesso si fonda, l'attività dei caporali. Ampliati anche i compiti della Cabina di regia presieduta dall'Inps. Con il disegno di legge – ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - facciamo un passo in avanti cruciale nel contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. Si tratta di un intervento organico che rafforza le norme penali e introduce strumenti operativi necessari, come ad esempio il piano di accoglienza per i lavoratori stagionali. Con la norma rafforziamo anche la Rete del lavoro agricolo di qualità, che abbiamo voluto con forza come sperimentazione unica in Europa. Con questo strumento abbiamo creato una certificazione etica del lavoro agricolo e costruito una cabina di regia che mette insieme Inps, sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni».

Stretta sui controlli aumentati in un anno del 20 per cento
Alla luce della grave emergenza i sindacati di categoria aveva sollecitato l'adozione di un decreto legge, ma il ministro Martina è convinto che «considerata la grande sensibilità che c'è sul tema e l'importanza dell'intervento che proponiamo si possa arrivare a una rapida approvazione in Parlamento». Intanto il ministro ha ricordato che sono stati fatti importanti passi avanti sul fronte dei controlli aumentati rispetto allo scorso anno del 20 per cento. Per il ministro della Giustizia Orlando si tratta di un provvedimento molto importante per eliminare una piaga che «ci apre uno squarcio inquietante». Apprezzamento è stato espresso dalla Coldiretti che chiede a questo punto una grande azione di responsabilizzazione di tutta la filiera dal campo alla tavola che garantisca un percorso di qualità che riguarda l'ambiente, la salute e il lavoro con una equa distribuzione del valore. La Coldiretti ha ricordato però che la «stragrande maggioranza delle imprese agricole hanno assunto oltre un milione di lavoratori di cui 322mila immigrati».
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