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In Parlamento le strategie Enit: bilancio, personale e convenzione con…

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In Parlamento le strategie Enit: bilancio, personale e convenzione con il Governo i nodi da sciogliere

Si comincia a dipanare la nebbia sulle strategie del nuovo Enit. Il cda post riforma - Evelina Christillin, Fabio Lazzerini e Antonio Preiti - hanno incontrato in via informale la Commissione Attività produttive della Camera per iniziare a spiegare al Parlamento come l’Enit - trasformato di ente pubblico economico - intenda muoversi, su quali risorse può contare e soprattutto su quale organico visto che i dipendenti della vecchia gestione hanno optato per il passaggio al ministero dei Beni culturali mantenendo il contratto pubblicistico. Il ministro Franceschini ha assicurato che l’Enit avrà una decina di milioni in più rispetto al passato, ma l’ente dovrà finanziarsi sul mercato non potrà più contare sul fondo di dotazione pubblico tourt court. Potrà invece contare su alcuni lavoratori ex Promuovitalia (società controllata dall’Enit ed oggi interessata da procedura fallimentare) visto l’accordo firmato al Mibact nei giorni scorsi che destina una quota di lavoratori anche a Invitalia. I nodi da sciogliere sono dunque la convenzione con il Governo (Mef) per definire l’ammontare di risorse (cash flow) ovvero la benzina per far partire la macchina e quindi definire la pianta organica, un tema sul quale è aperto il confronto anche con gli uffici legislativi Mibact. Resta poi da sciogliere il nodo delle centinaia di addetti delle sedi d’oltrefrontiera assunti con contratti di diritto estero ma a tempo indeterminato, cui si ricollega anche la problematica della gestione dei visti. Si lavora comunque per concentrare le attività Enit in sinergia con ambasciate e Istituti italiani di cultura. In questo scenario così fluido e incerto la redazione del bilancio preventivo 2016 è slittata. Resta poi da chiudere definitivamente il nodo delle incompatibilità del top management, sul quale sono stati chiesti chiarimenti da parte di esponenti parlamentari. L’Enit ha «idee confuse sul personale» denuncia il deputato del Pd, Ludovico Vico, nel suo intervento all'audizione dei vertici Enit davanti alla commissione Attività produttive della Camera. «Mentre si prevede l'assunzione a tempo indeterminato del personale con una spesa permanente - avverte - i costi da ciò derivanti saranno coperti da contratti con la pubblica amministrazione e da attività svolte per conto di committenti pubblici. Tuttavia tali introiti, per loro natura, sono aleatori. Come si procederà - si chiede Vico - per la selezione e la contrattualizzazione eventuale di nuovo personale, visto che la legge parla di invarianza di bilancio? E con quale risorse l'Enit vi farà fronte? A quali fonti finanziarie farà ricorso il cda per coprire i costi del personale?».«A quanto ammonteranno gli emolumenti del cda, in particolare quelli del presidente e consigliere delegato? Come mai il consigliere delegato Lazzerini non ha ancora dato le dimissioni dall'incarico nella compagnia aerea Emirates, considerato che i due ruoli si prestano ad `incompatibilità´ sostanziale, se non formale?». Vico ha anche rilanciato sul nodo degli emolumenti dell’ex direttore generale Andrea Babbi. Dal canto suo il deputato fittiano Roberto Marti ha posto il tema delle incompatibilità: «Lazzerini pensa di svolgere part time l'incarico in Enit? È possibile che in Enit, a differenza di tutti gli altri enti pubblici economici - si chiede - non sia previsto un direttore generale, che risponda della gestione dell'ente? Il consigliere delegato non può avere compiti gestionali, secondo le regole generali applicate agli enti statali, che pongono invece obblighi e responsabilità in capo al direttore generale (vincolato da un contratto di lavoro dipendente), il quale non può essere un amministratore».

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