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Sky, sfida tecnologica a Netflix

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Industria

Sky, sfida tecnologica a Netflix

  • –Andrea Biondi

londra

Netflix chiama, Sky risponde. Forse è semplicistico (e in fondo non del tutto vero) che funzioni così. Di certo il servizio premium lanciato in Uk e Irlanda dalla tv della galassia Murdoch risponde all’esigenza di un nuovo modo di vedere la tv in cui Netflix, ma non solo, si sta inserendo.

Tv “sempre e dovunque” è l’espressione che si usa ormai da qualche tempo. La traduzione made in Sky è “fluid viewing”. Il prodotto svelato ieri a Londra e che arriverà sul mercato in Uk e Irlanda nei primi mesi del 2016 – in Germania e Italia più in là, presumibilmente non prima del 2017 – si chiama in realtà «Sky Q». In definitiva potrebbe essere definito, volendo semplificare al massimo, un “super decoder” in grado di permettere visione multipla di programmi, su vari device (5 contemporaneamente, per un massimo di due tablet e 3 tv, e fino a 4 registrazioni nello stesso momento), on demand (riprendendo da dove si vuole la visione del programma nello stesso punto in cui è stato lasciato) e attraverso una piattaforma nuova pensata per facilitare il contatto del cliente con le sue preferenze, anche attraverso consigli. In questo il meccanismo richiama molto quello di Netflix. Delle smart tv ha invece l’inserimento di varie app nell’interfaccia. Per cui si potrà accedere ad altri broadcaster oppure a produttori di contenuti (Fox come Disney sono stati per esempio citati), ma anche alla propria pagina Facebook, ascoltare musica, ecc.

«Questo è l’inizio di un nuovo viaggio», è stato l’incipit di Jeremy Darroch, Ceo di Sky, aggiungendo che Sky ha voluto «reinventare la tv adattandola al modo in cui le persone vivono oggi. E siamo convinti che i clienti lo ameranno».

Sky Q «arriva dopo anni di sperimentazione», afferma dal canto suo il chief marketing officer Stephen Van Rooyen. Non dice quanti anni, così come è «no comment» su investimenti necessari o obiettivo di clienti. C’è invece fiducia sul fatto che questi prodotti, seppure premium e quindi pensati per far pagare di più la clientela che vorrà (non sono previste sostituzioni di decoder a monte) «saranno accolti bene. Perché c’è una grande segmentazione del mercato». Quanto alla possibilità che Netflix possa rientrare fra le app dell’interfaccia, la risposta è: «Perché no? Non c’è alcun impedimento tecnico».

Sky intanto si prepara a lanciare questo servizio, già pronto anche per il 4K, per i 12 milioni di clienti (in costante crescita su 21 a livello globale) di Sky in Uk e Irlanda (che mediamente pagano oggi 47 sterline) con tutto il suo corredo anche di device innovativi. Il superdecoder (molto sottile) Sky Q, appunto, che potrà contenere fino a 2 TB di contenuti (con due versione, una base e una “Silver”) un altro mini decoder che fornisce accesso wireless a Sky Q nelle altre stanze, un telecomando touchpad per muoversi nell’interfaccia. La sfida, a colpi di innovazione tecnologica, è servita.

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