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Goldoni trattori a guida cinese

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Industria

Goldoni trattori a guida cinese

  • –Natascia Ronchetti

Dopo Arbos e Martermacc la Goldoni Spa di Carpi. A due mesi dall'inaugurazione del quartiere generale di Calderara di Reno, i cinesi di Lovol Arbos Group rilevano le quote societarie della storica azienda emiliana – è stata fondata nel 1926 – che con i trattori Universal ha contribuito a fare la storia italiana della meccanizzazione agricola italiana.

Dopo ottant'anni la Goldoni, sfiancata da una lunga crisi che l’ha portata a depositare in Tribunale la domanda di concordato in bianco, ha firmato l'accordo con il quale impresa e marchi passano nelle mani della holding di Foton Lovol il colosso della provincia di Shendong (3,2 miliardi di fatturato) che è il principale costruttore di macchine agricole del gigante asiatico. Lovol Arbos Group è infatti la controllata con la quale il big cinese coordina tutte le attività industriali in Europa, l'evoluzione del centro di ricerca e sviluppo Lovol Europe Engineering costituito nel Bolognese nel 2011 e oggi base operativa continentale.

L'intesa segue l'acquisizione dello storico marchio piacentino Arbos e di Matermaac, l'azienda di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone - opera nel campo della meccanica agricola da circa 35 anni - entrata nell'orbita di Foton Lovol all'inizio dell'anno. Sul passaggio di consegne, già formalizzato, pesa una sola incognita. Entro il 19 dicembre la Goldoni dovrà presentare ai giudici e ai creditori il piano concordatario. Solo con il via libera da parte del Tribunale di Modena acquisizione e accordo con i sindacati saranno effettivi. A quel punto la holding avrà strada libera per un piano industriale di rilancio ambizioso, che prevede investimenti in nuovi impianti produttivi e nell'innovazione tecnologica.

Il subentro salva non solo lo stabilimento di Migliorino di Carpi ma anche i posti di lavoro. Da anni per i 270 dipendenti dell'azienda carpigiana si protraeva il ricorso agli ammortizzatori sociali, tra contratti di solidarietà e cassa integrazione. Una crisi sfociata nella cessazione dell'attività produttiva e nella richiesta di concordato, presentata nel giugno scorso. L'accordo con le organizzazioni sindacali prevede la conferma di tutti i lavoratori attualmente in forza con un piano industriale biennale. La manodopera attualmente in cassa integrazione sarà fatta rientrare gradualmente ad accezione di coloro che sceglieranno l'esodo volontario incentivato, attraverso la non opposizione alla collocazione in mobilità. Soluzione che potrebbe riguardare circa una sessantina di lavoratori prossimi alla pensione. L'intesa è il primo passo verso il rilancio del marchio emiliano. È infatti subordinata all'omologa da parte del Tribunale e dovrà, prima, essere confermato anche dall'assemblea dei lavoratori prevista venerdì prossimo.

Per Lovol Arbos Group l'acquisizione è un altro tassello di un piano di crescita internazionale messo a punto dalla casa madre cinese, che oltre all'Italia ha centri operativi in Russia, negli Usa, in Brasile e in Thailandia. Per le istituzioni e i sindacati costituisce il salvataggio della continuità produttiva. «Oltre ad essere molto positivo per tutti i lavoratori dell'azienda – dice Cesare Pizzolla, della Fiom-Cgil di Modena – l'accordo permette di mantenere un brand storico sul territorio». Il gruppo cinese si era fatto avanti poche settimane fa, in un incontro nella sede dell'associazione degli industriali di Modena.

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