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Carrubba: «Per Ilva utile un ricorso contro le decisioni svizzere»

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Carrubba: «Per Ilva utile un ricorso contro le decisioni svizzere»

Sarebbe «utile» un ricorso contro il blocco posto dal tribunale penale federale di Bellinzona al rientro in Italia dei capitali (1,2 miliardi) della famiglia Riva, sequestrati dalla procura di Zurigo su richiesta di quella di Milano. Lo ha detto a Genova Corrado Carrubba, uno dei tre commissari straordinari dell’Ilva, il quale ha anche affermato che lo stop svizzero «non compromette in modo decisivo» la situazione dell’Ilva, tuttavia aggiunge «un elemento di ulteriore preoccupazione».

Carrubba ha aggiunto di reputare che l’attuale situazione non indurrà il governo a togliere dalla legge di Stabilità gli 800 milioni riservati al gruppo siderurgico italiane, anche se potrebbe essere necessario rafforzare la norma che stanzia le risorse e ottenere «flessibilità» da parte dell’Ue, perché c’è il rischio che l’Unione possa considerare quei milioni aiuti di Stato.

La questione svizzera, ha detto Carrubba, «ha aggiunto un elemento di indubbia preoccupazione; ma pensiamo ci sia un impegno unitario delle istituzioni, dal governo alle autorità locali, da Taranto a Genova. Abbiamo passato momenti difficili, troveremo una soluzione per passare anche questo. Nulla è compromesso in modo decisivo perché interventi a Taranto vanno fatti necessariamente».

Riguardo a un possibile ricorso contro Bellinzona, il commissario ha affermato di ritenere «che tutte le strade vadano perseguite perché siamo convinti della bontà e della fondatezza dell’operazione, che tende, sostanzialmente, a mettere a disposizione della società risorse importanti che vanno nell’interesse non solo dell’ambiente e del territorio ma anche della stessa Ilva. Ad oggi l’autorità svizzera di secondo grado ha ritenuto che l’armamentario giuridico non fosse sufficientemente garantista degli interessi del privato. Ma questo non toglie che possa essere migliorato, modificato, aggiustato».

D’altro canto, Carrubba ha sottolineato che l’Ilva «non è parte processuale. Chi potrà fare ricorso, se lo riterrà, è la procura di Zurigo, la cui decisione è stata modificata dal tribunale federale. Valuteranno loro. Sappiamo che c’è possibilità di ricorso» e «che la procura di Milano potrà presentare nuovamente istanza di trasferimento su basi giuridiche più articolate (di quelle messe in campo in precedenza, ndr)».

Riguardo agli 800 milioni messi a disposizione dal Governo (che aveva intenzione di recuperarli con il rientro degli 1,2 miliardi), Carrubba ha detto di ritenere che l’esecutivo «non toglierà gli 800 milioni dalla legge di Stabilità. Governo e Parlamento faranno le loro scelte, però la norma presente nella legge di stabilità, che a sua volta ne richiama una preesistente che riguarda l’Ilva, non si riferisce ai fondi di cui stiamo discutendo ora».

«La norma dice, in via generale - ha proseguito Carrubba - che, a fronte di trasferimenti di risorse anche da procedimenti penali connessi, questi possono essere utilizzati, a determinate condizioni e con determinate garanzie giuridiche. È un istituto di natura generale e non vi è motivo per considerarlo decaduto. Confidiamo però che venga fatta una riflessione su come eventualmente rafforzare questo istituto giuridico».

Il problema è che l’Ue possa considerare gli 800 milioni come aiuti di Stato. E riguardo all’opinione del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, sulla necessità che il Governo chieda all’Ue di non considerare aiuti statali gli interventi su industrie strategiche nazionali, Carrubba ha spiegato che «il tema degli aiuti di stato è molto complesso e riguarda i rapporti con l’Europa e le politiche del Governo», ed è bene che sia quest’ultimo a esprimersi in merito.

«Penso comunque - ha aggiunto - che sia una riflessione utile e importante e credo che Confindustria potrà portarla al governo che la terrà nella giusta considerazione. È evidente che siamo davanti ad una situazione importante, straordinaria e quindi anche le regole europee devono avere la giusta flessibilità a fronte di situazioni particolari. Ma il mio pensiero è da cultore della materia, non da commissario».

In merito alla newco da creare per rilanciare l’Ilva, il commissario ha precisato che «viaggia su tempistiche e procedure diverse» ma «indubbiamente il tema ambientale (con le risorse per la bonifica di Taranto, ndr) è fondamentale perché senza di quello non c’è newco che regga».

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