Economia

«La7, crescita con spot e affitto di banda»

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Regole e incentivi

«La7, crescita con spot e affitto di banda»

  • –Andrea Biondi

MILANO

Ammette che le cose non siano andate per il verso giusto in Rcs. Ma Urbano Cairo non ci sta a considerare il suo 4,6% come un cattivo affare. «Nient’affatto. È un investimento che ha bisogno di tempo. Anche per il Torino mi dicevano che era un investimento a perdere. E invece ora arrivano i risultati sia sportivi sia economici».

Dall’altra parte, per il presidente e fondatore di Cairo Communication, presidente di La7 e del Torino Fc, ci sono le sue attività: l’editoria periodica «che va in maniera spettacolare» e che nei prossimi mesi potrebbe ancora arricchirsi di altri prodotti e la tv. Per la sua La7 Cairo vede un prossimo anno di ritorno alla crescita, «legata a una ripresa della pubblicità, a un po’ di saving sui costi e a un eventuale inizio di affitto di banda a soggetti che volessero acquistarla, a prezzi vantaggiosi».

Intanto Cairo Comunication è arrivata a valere in Borsa più di Rcs.

Beh (sorride, ndr.) non è una gara fra Cairo e Rizzoli. Sono cose separate. Una è la mia azienda che ho quotato in borsa e l’altra è frutto di un investimento personale.

Se è così, non se ne pente visto il crollo delle azioni (-41% da inizio anno)?

È un investimento che ho fatto credendo nell’azienda e nella valorizzazione dei suoi asset. Per il momento borsisticamente non ha dato frutti. Ma rimango investitore. Dico solo che se uno è investitore e rimane tale vuol dire che valuta che l’investimento possa essere positivo. Se uno sbaglia esce subito. Siamo invece azionisti da qualche tempo per cui non abbiamo ritenuto di uscire.

Parteciperebbe all’aumento di capitale?

Se ci sarà e quando sarà, deciderò. L’aumento lo si sottoscrive in base alle prospettive legate anche a idee, strategie, piani industriali. C’è un Cda che dovrà decidere (se prorogare la decisione sulla ricapitalizzazione al 2017, ndr.).

Se Rcs dovesse decidere di disfarsi delle attività in Spagna?

Io non ho notizie che si voglia vendere questo o altro. Tendenzialmente io sono sempre prudente nelle vendite da fare.

Per quanto riguarda le sue attività, hanno un andamento “bifronte”: editoria in spolvero e tv che soffre.

Non è proprio così. L’editoria sta avendo risultati spettacolari, con ebitda dei primi nove mesi (gennaio-settembre) a 12,5 milioni in crescita del 14,6% ed ebit a 11,7 milioni, su del 15,8%. Il tutto avendo sostenuto già costi di lancio per 900mila euro per il settimanale Nuovo Tv. E anche la tv sta andando bene.

In verità per La7 si parla di margini negativi e raccolta pubblicitaria in calo del 10,5% nei nove mesi.

Abbiamo acquistato La7 ad aprile del 2013. Da allora a oggi il mercato tv italiano calato circa del 10%. È calato molto nel 2013, in parità sostanziale lo scorso anno e con un -1,6% nei 9 mesi del 2015. Nel 2012 La7 perdeva 66 milioni di ebitda e 96 milioni di ebit quando la pubblicità era il 10% in più. Avere un’azienda che, come previsto e comunicato anche in occasione del risultato intermedio di gestione per i nove mesi del 2015, conseguirà un sostanziale pareggio del margine operativo lordo a fine 2015 lo ritengo un grande risultato.

E adesso?

La pubblicità penso tornerà a crescere grazie anche alla crescita costante dei nostri ascolti a partire da luglio. Si potrà poi continuare a operare ancora un po’ sul fronte costi. Ma attenzione: come sempre senza impattare sulla qualità dei programmi. Ricordo che in questi anni abbiamo tenuto Crozza, Mentana, Gruber, Formigli e si è aggiunto Floris che sta andando benissimo. Faccio presente che quando abbiamo preso La7 l’azienda perdeva 100 milioni. Infatti ce ne diedero 88 di dote. Che non abbiamo toccato. E ora la posizione finanziaria netta è positiva per oltre 100 milioni. Il che vuol dire che siamo migliorati, non abbiamo bruciato cassa, ma l’abbiamo creata.

Come pensa di far crescere l’audience di La7?

Per il momento ci stiamo molto concentrando nel potenziamento delle ore pomeridiane. Lo abbiamo fatto con Tagadà, la trasmissione di Tiziana Panella. Restano altre ore scoperte, come fra le 18.30 e le 20. Lì cercheremo di innestare nuovi programmi.

Quindi ancora non è tempo di far valere il vostro investimento sul Mux lanciando nuovi canali?

Non siamo ancora alla percentuale di copertura della popolazione che abbiamo come obiettivo, vale a dire il 94-95 per cento. Saremo oggi al 70 per cento. Ma il nostro investimento nell’acquisto delle frequenze è in sé estremamente favorevole. Le abbiamo pagate 31,6 milioni. Solo spostando La7 e La7d sul nostro Mux avremmo un risparmio di 1 milione rispetto a quanto paghiamo ora a Persidera, operatore con il quale abbiamo un accordo fino a tutto il 2016. Un domani potremmo lanciare nuovi canali. Ma potremmo anche pensare di concentrarci sullo sviluppo degli ascolti di La7 e La7d. E in quel caso potremmo comprare canali o affittare banda per broadcaster.

Quando si arriverà all’operatività?

Fra marzo e giugno saremo al top della copertura. A quel punto decideremo il da farsi. Dico solo che abbiamo 22,4 megabyte a disposizione. La7 e La 7 d ci impegnano 7,2 mega con oltre 15 mega che restano quindi disponibili. Oggi il mercato paga 1,1 milioni di euro a megabyte. Se io dicessi che punto a far pagare qualcosa in meno la banda ai broadcaster, anche un 20%, affittando tutti i mega a disposizione il Mux sarebbe ripagato in circa tre anni.

.@An_Bion

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