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Telecom, piano «anticontenzioso»

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Industria

Telecom, piano «anticontenzioso»

  • –Andrea Biondi

«Quel che mi aspetto? Un’accoglienza favorevole con il beneficio del dubbio. Non basta dire che cambieremo. Il risultato è sempre frutto di vision ed execution». Da quel che dice al Sole 24 Ore, il ceo di Telecom Marco Patuano appare però convinto che questa potrebbe davvero essere la volta buona per mettere fine (o quantomeno ridurre significativamente) al contenzioso con gli operatori alternativi (Olo) e migliorare le relazioni con le Autorità che vigilano sull’ex monopolista.

«Il lavoro è iniziato sette mesi fa», dice Patuano, per un progetto che punta a un nuovo modello di equivalence nell’accesso alla rete Telecom. Lo scorso 5 novembre ha avuto il via libera del Cda. In buona sostanza Telecom è tenuta per legge a mettere a disposizione la rete e servizi sulla propria rete quando richiesti dagli Olo per i propri clienti già esistenti o in acquisizione. Si entra così in un mercato “regolamentato” in cui il contenzioso fra Telecom e Olo è in questi anni proliferato, con gli operatori nella veste di accusatori per ostacoli e discriminazioni. Finora il modello di equivalence utilizzato puntava a garantire stesse performance finali, fra Olo e Telecom, pur se seguendo processi diversi.

Non ha sicuramente funzionato (si veda altro articolo in basso). Da qui un Piano che in Telecom definiscono volontario, ma che qualcuno fra gli Olo e all’interno di Agcom vede come indotto dalle delibere dell’Autorità: l’ultima sui mercati d’accesso contiene in effetti molte indicazioni presenti nel piano Telecom.

Al di là della primazia l’iniziativa è andata avanti, spiega Patuano, «attraverso tre fasi. Nella prima abbiamo dovuto convincere gli altri operatori della nostra buona fede. Nella seconda abbiamo dovuto convincere le Autorità della nostra buona fede. Ora siamo passati all’operatività». Insomma, il ceo di Telecom dice chiaramente che Autorità e i principali Olo (Telecom ne serve 330) sono stati e sono informati. Da qui con ogni probabilità anche l’apertura di credito fatta dal presidente Agcom Angelo Cardani fatta nei giorni scorsi proprio sul Sole 24 Ore. Tutto nasce però, e il ceo di Telecom tiene al concetto tanto da ripeterlo più volte, «anche da un cambiamento radicale di prospettiva. I concorrenti sono per me anche clienti quando usano la mia infrastruttura. E voglio che siano serviti al meglio, perché così cresce il mio business e tutto il mercato».

Nel dettaglio il Piano “antidiscriminazioni” e “anticontenzioso” di Telecom prevede la creazione di una nuova Direzione, denominata “Wholesale”. All’interno sono confluite le strutture che forniscono i servizi agli altri operatori (National Wholesale Services) e quelle deputate ai servizi per i clienti di Telecom (Open Access). A capo c’è Stefano Ciurli «il cui 50% della retribuzione – precisa Patuano – sarà legato agli obiettivi di performance», vale a dire aumento del business e riduzione del contenzioso. La nuova divisione avrà 19mila dipendenti.

Quindi mera riorganizzazione societaria? Patuano non ci sta. «Quello che abbiamo messo a punto – replica – è un modello di equivalence of output rafforzato. In pratica non solo le performance, ma anche i processi saranno i medesimi fra Telecom e i concorrenti» che quindi useranno stessi processi, stessi sistemi informatici e stesse informazioni per l’attivazione di nuovi clienti. Tutto questo soprattutto grazie a due novità: database unici con tutte le informazioni necessarie per gli allacciamenti di nuovi clienti e un portale unico, comune a Telecom e Olo, per gli ordinativi (vale a dire le attivazioni o i guasti). A valle poi ci sarà un “System unico” per la manutenzione: attività coordinata dando la possibilità agli Olo di scegliere il proprio subfornitore per le riparazioni, purché si tratti di un operatore certificato da Telecom.

In questo new deal rientra anche una riduzione (in via di definizione e concordata con Agcom) degli indicatori di performance rispetto agli oltre 300 attuali e un certificatore esterno, Ernst & Young, che valuterà i passaggi finanziari e in generale l’intero progetto per il quale ci vorranno 18 mesi. Già dal mese prossimo, però, entreranno in funzione i database unici ed entro agosto «saranno portati a termine 15 progetti intermedi». Insomma, per Patuano questo passaggio segnerà un cambiamento radicale, possibile grazie a «un investimento davvero consistente. Parliamo di 125 milioni di euro, soprattutto sui nuovi sistemi informatici, con 80 milioni all’anno in termini di costi di gestione».

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