Quelle lastre di vetro che resistono alle bombe
Usare il vetro nella sua flessibilità (anche e soprattutto a freddo) e nelle possibilità di isolamento termico chiudendo il vuoto tra due lastre di vetro. Questa è la scommessa della Focchi di Rimini – 153 milioni i ricavi nel 2014 che sono previsti stabili nel 2015 con 150 addetti a Rimini e una ventina a Londra - che è nata 101 anni fa nel settore della carpenteria metallica, è cresciuta negli anni del boom turistico con gli infissi in alluminio e poi ha imboccato con decisione la strada dell’innovazione e della ricerca nel settore della facciate continue. Una scelta coraggiosa che ha messo l’azienda e l’ufficio studi interno a contatto non più con i geometri della riviera ma con i più grandi architetti del mondo, pensando, progettando, realizzando e posando in opera involucri per edifici in ogni parte del mondo, dalla City di Londra a Dubai, da Montecarlo all’Austria passando dalle torri di Isozaki-Allianz di Milano e da Vienna. Senza contare che la Focchi è stata la prima ad adottare la tecnologia delle grandi vetrate nel settore navale, con la costruzione di 23 grandi navi da crociera.
Oltre alla progettazione e costruzione di innovative facciate resistenti alle esplosioni (cosiddette bomb-blast), utilizzate a Manchester nell’edificio Marks & Spencer e a Londra nella nuova sede della Borsa di Londra e della più grande facciata “puntuale” in Italia, quella del Pirelli Headquarters Milano. «Per noi - spiega l’amministratore delegato Maurizio Focchi – si tratta di incrociare l’alta tecnologia alla manualità ossessiva facendo progetti sempre più i frontiera. L’ultimo – spiega Focchi – è quello con facciate differenziate e a seconda dell’esposizione per massimizzare la resa energetica».
Gi.Co.