Economia

Il ministro Guidi: «Più incentivi alla ricerca»

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VIAGGIO NELL’ITALIA CHE INNOVA

Il ministro Guidi: «Più incentivi alla ricerca»

Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi durante la sua intervista con il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano durante la prima tappa del “Viaggio nell'Italia che innova” a Bologna
Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi durante la sua intervista con il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano durante la prima tappa del “Viaggio nell'Italia che innova” a Bologna

«Non appena ne avremo disponibilità, potenzieremo ulteriormente il credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo». Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi non nasconde il fatto che nella sua «cassetta degli attrezzi» per le imprese avrebbe aggiunto da subito – accanto alle agevolazioni della Sabatini bis, del patent box e dei super ammortamenti della nuova legge di stabilità – anche un rafforzamento del bonus sulla R&S che oggi scatta solo sugli investimenti incrementali rispetto al triennio prima, «beneficiando soprattutto chi non ha già speso in passato in ricerca».
Ma questo “vulnus” non è stato possibile sanarlo nella manovra, ammette il ministro durante la sua intervista con il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano durante la prima tappa del “Viaggio nell'Italia che innova” a Bologna: «Nel governo c'è stata discussione in merito alla possibilità di incrementare i fondi per questa misure», ha spiegato il ministro, ma alla fine almeno per il momento si è deciso di privilegiare altre misure, a cominciare dal taglio delle tasse, «ma appena ne avremo disponibilità noi continueremo su questo fronte». Il ministro però ha poi difeso l'operato del Governo e del suo ministero che in questi anni di crisi («come una guerra mondiale, una bomba atomica per la nostra manifattura») ha comunque provato a dare uno shock per le imprese rilanciando la Sabatini bis («oltre 7mila operazioni già finanziate»), adottando le misure di agevolazioni per i marchi e i brevetti con il patent box e ora nella nuova legge di stabilità mettendo sul piatto i super ammortamenti (con un'aliquota fiscale aggiuntiva sugli acquisti del 40% che fa salire il bonus al 140%).

«Sostenere il rinnovo degli impianti o dei macchinari, piuttosto che concedere benefici fiscali a favore della ricerca o dei brevetti - ha ricordato il ministro - sono misure che finora non erano state neppure prese in considerazione». «Abbiamo cercato di dare uno shock positivo ad un'intera generazione di imprese», ha continuato Guidi, sottolineando che «non può esserci spreco peggiore che perdere l'attuale momento positivo». E sul cantiere per le imprese il Governo non vuole fermarsi qui: a gennaio sarà licenziato l'atteso documento sulla manifattura 4.0, «con nuovi strumenti finanziari e di partecipazione pubblico privato per consentire anche alle Pmi di accedere ai mercati internazionali». Incalzata dalle domande il ministro ha poi chiarito quale misura auspicherebbe ancora per aiutare la manifattura, sottolineando che si tratta di una «idea personale». Per la Guidi sarebbe necessario incentivare chi investe gli utili nelle imprese: «Chi lascia i soldi in azienda e li reinveste e non fa dividendi tiene un comportamento massimamente virtuoso che, secondo la mia personale opinione, è meritevole di essere sostenuto». Secondo il ministro sarebbe utile «immaginare un beneficio» fiscale «più forte al Sud» per chi reinveste e ricapitalizza perché questo «fa bene al Paese e fa bene alle aziende che si irrobustiscono».

L'idea di potenziare questo fronte (a cominciare dall'Ace) in realtà era già circolata nei mesi scorsi, tanto che è comparsa anche nero su bianco nel masterplan per il Mezzogiorno. La traccia indicata dal ministro ieri potrebbe quindi essere qualcosa di più che un'«idea personale». E sul ritorno di fiducia nel sistema economico la Guidi ammette che «dieci giorni fa avrei detto di sì», ma dopo gli eventi di Parigi ora ci sono meno certezze: «Di tutto - ha concluso la Guidi - abbiamo bisogno tranne che perdere fiducia».

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