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In Iran obiettivo infrastrutture

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Industria

In Iran obiettivo infrastrutture

  • –Nicoletta Picchio

Teheran

Un incontro fuori programma con il governatore della Banca centrale iraniana, per affrontare il problema dei pagamenti e della presenza delle banche italiane in Iran e iraniane in Italia. E poi incontri faccia a faccia tra imprese, visite in aziende locali dell’automotive e del settore ambientale, oltre a seminari di approfondimento su meccanica, attrezzature medicali e materiali da costruzione. Si è conclusa ieri la missione di sistema italiana in Iran. «C’è una stretta tabella di marcia», dice il viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che tornerà a Teheran a fine gennaio, con una missione mirata sull’oil & gas.

Il governo iraniano ha programmi consistenti per le infrastrutture, si parla addirittura di 200 miliardi nei prossimi dieci anni. «Vogliamo presentarci con alcuni progetti mirati sia di oil & gas sia di produzione di pezzi per il settore, strutturati anche finanziariamente da parte della Sace», spiega ancora il viceministro, che ha visto anche il viceministro del Petrolio iraniano, insieme ad alcune grandi imprese. Nell’incontro con il governatore della Banca centrale iraniana (cui hanno partecipato Calenda, il vicepresidente dell’Abi Guido Rosa e il presidente della Sace, Giovanni Castellaneta) sono stati assicurati tempi stretti per il pagamento dei crediti pregressi di Sace.

Si ipotizza l’Implementation day nei primi giorni del 2016 ed è molto plausibile, come è emerso informalmente, che il presidente Hassan Rouhani potrebbe venire in Italia a gennaio (la visita era prevista a metà novembre ma è saltata per gli attacchi di Parigi). Nel frattempo, a metà dicembre si terrà un incontro per le costruzioni con il viceministro delle Infrastrutture iraniane e l’Ance in Italia, mentre verrà il ministro della Salute iraniano da noi per vedersi con l’omologo italiano, Beatrice Lorenzin e il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, sarà a febbraio a Teheran con una missione agroalimentare.

«La volontà dell’Iran è diversificare - dice la presidente del Comitato tecnico di Confindustria per l’internazionalizzazione, Licia Mattioli - rispetto a prima delle sanzioni gli introiti legati al petrolio sono diminuiti di un quarto. C’è grande interesse quindi ad ampliare tutti gli altri settori. E in tutti gli incontri è emersa una grande attenzione nei confronti del nostro paese. Ci riconoscono di essere stati vicini anche in questi anni. Stanno spingendo molto sul settore privato e sul project financing, perché il pubblico fa fatica». Gli obiettivi sono imponenti anche sulla sanità, spiega la Mattioli: 140 ospedali (tra nuovi e ristrutturazioni), apparecchiature biomedicali e di diagnostica, farmaci. In itinere c’è anche un’intesa sulle macchine tessili.

Sono i pagamenti il maggiore ostacolo. Ieri c’è stato un incontro specifico sulle banche: «Undici istituti italiani e 25 iraniani - dice il vicepresidente dell’Abi, Rosa -. Le due banche centrali devono mettere a punto la documentazione, l’intenzione è di stringere i tempi per poter aprire i conti di corrispondenza subito dopo l’Implementation day» continua Rosa, che per la primavera, se tutto andrà per il verso giusto, immagina che tutti questi passaggi siano superati. Intanto ieri la Sace ha firmato un accordo con tre istituti privati, Bank Psargad, Bank Parsian e Saman Bank, proprio per sostenere le imprese.

Tra i quasi 200 imprenditori presenti alla missione c’è chi già opera qui: come Andrea Maspero, ad della Maspero Elevatori, che punta a raddoppiare il giro d’affari nel paese in 2-3 anni (da 4 a 8 milioni di euro su un fatturato di 30) grazie allo sviluppo delle costruzioni e dei grandi impianti petrolchimici. Sta sondando invece il terreno Livio Bettoschi, equity partner di Business Integration Partner, una delle venti aziende arrivate con Assolombarda-Confindustria Milano, Monza, Brianza: «Abbiamo qui un ufficio, abbiamo contatti con imprese delle tlc, del settore bancario e dell’alberghiero. Le opportunità sono eccellenti, gli interlocutori molto preparati». Punta sul petrolchimico e sull’oil & gas la Vrv, azienda milanese che è in Iran da 20 anni e fornisce reattori e scambiatori di calore, spiega Stefano Salmieri, presente alla missione, aggiungendo che è stato difficile lavorare nel periodo delle sanzioni.

Difficile, appunto, ma anche altre hanno lavorato: come la Immergas, azienda tutta italiana vicino a Teheran, che produce caldaie per il mercato locale. Opportunità positive anche per l’automotive, spiega Andrea Debernardis responsabile settore componentistica dell’Anfia, che con un gruppo di aziende ha visitato le due più grandi produttrici locali di auto, Saipa e Iran Khodro: «Torneremo con una missione mirata, vogliono aumentare le immatricolazioni, c’è bisogno di tecnologia e macchinari. C’è una presenza storica francese, dobbiamo entrare rapidamente nel mercato, appena finiranno le sanzioni».

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