Economia

Agroinnova “risana” i pomodori cinesi

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AGRICOLTURA

Agroinnova “risana” i pomodori cinesi

Le famiglie italiane, costrette a risparmiare, stanno indirizzando anche i consumi alimentari verso prodotti importati, di basso prezzo e di scarsa qualità. Spesso anche caratterizzati da scarsa sicurezza, come nel caso dei pomodori cinesi, a volte contaminati a causa di un utilizzo improprio di agrofarmaci.

Per contrastare il fenomeno e ridurre i rischi per i consumatori che non possono permettersi prodotti italiani, l’Unione europea ha messo in campo il progetto Euclic (Eu-China lever for integrated pest management demonstration) finanziato con più di 3 milioni di euro.

Il progetto, coordinato dal francese Inra, vede la presenza sia di Agroinnova sia di AgriNewTech. Il primo è il centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale dell’Università di Torino, il secondo è lo spin off, sempre dell’ateneo torinese, specializzato nell’erogazione di servizi e prodotti per la tutela delle risorse agroalimentari.

Lo scopo del progetto è lo sviluppo di una strategia di produzione sostenibile per l’agricoltura, migliorando l’impatto ambientale, la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari europei e cinesi. Non soltanto il pomodoro sarà oggetto degli studi, ma anche gli ortaggi da foglia e l’uva da tavola e da vino.

«Come la protezione ambientale, anche la tutela del consumatore – spiega Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova – è ormai diventata una questione da affrontare a livello globale: una partita che non può essere giocata solo in casa, ma che richiede interventi mirati oltre confine. La Cina è un Paese fortemente agricolo, un settore che pesa per il 9% sul Pil nazionale». Il progetto Euclid mira ad ottimizzare e razionalizzare l’utilizzo dei metodi di lotta fitopatologica, per poi sviluppare innovativi agrofarmaci ed agenti di difesa biologica in grado di contrastare le principali malattie delle colture interessate. A partire dal pomodoro, che ha visto le importazioni italiane salire dalle 400 tonnellate del 1989 alle 70mila tonnellate del 2012.

Angelo Garibaldi, presidente di Agroinnova, ricorda che dal 2000, quando è iniziata la collaborazione tra il centro di competenza dell’Università di Torino e le istituzioni cinesi, sono più di 20 i progetti portati a termine nel campo del trasferimento tecnologico, della ricerca applicata e della formazione.

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