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Elettricità, prezzo “piatto” in nome dell’efficienza…

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ENERGIA

Elettricità, prezzo “piatto” in nome dell’efficienza energetica

Dopo anni di promesse e di ingiustizie le bollette elettriche diventano finalmente più eque. Premieranno l’efficienza, faranno pagare il giusto tutti, renderanno più efficace e trasparente la concorrenza tra i contratti proposti dagli operatori.

L’Authority dell’energia ha dato il via libera alla prima fase dell’operazione. Si parte con l’eliminazione in tre fasi – la prima da gennaio prossimo e l’ultima il primo gennaio 2018 – dopo una serie di verifiche sul campo, della progressività che caratterizza le tariffe di rete finora stabilite e adeguate periodicamente dalla stessa Authority. Quelle che coprono i costi operativi e rappresentano quasi la metà del prezzo finale dell’elettricità.

Equità innanzitutto
Il nuovo sistema, che sarà applicato sia le bollette di maggior tutela (quelle ereditate dalle vecchie tariffe amministrate che pian piano scompariranno anch’esse) sia quelle sul mercato libero, consentirà di far pagare il dovuto a tutti, eliminando quei sussidi incrociati che ora garantiscano sconti indebiti alle famiglie ricche solo perché consumano pochi elettroni penalizzando quelle numerose e magari più povere. Anche le famiglie con bassi consumi e basso reddito saranno comunque tutelate dai possibili aumenti, grazie ad una revisione ed estensione degli attuali bonus sociali: l’Authority propone di elevare lo sconto ai bisognosi dall’attuale 20% fino al 35% della spesa ampliando anche la platea degli aventi diritto.
Equità e premi all'efficienza, promette l’Authority. Chi vorrà ad esempio installare dei climatizzatori a pompa di calore di ultima generazione al posto delle caldaie a gas, quando il proprio profilo dei consumi e le caratteristiche degli immobili rendono l'operazione conveniente, potrà farlo pagando il kilowattora con una tariffa di rete e per gli oneri di sistema non progressiva ma “piatta”, uguale per tutti. Lasciando poi agli operatori l'opportunità di offrire contratti più o meno convenienti operando sui loro costi e margini.

Manovra in tre fasi
La riforma scatterà a partire dal prossimo gennaio e «con ampia gradualità interesserà i 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani» sottolinea l’Authority in una nota nella quale illustra l'operazione nei dettagli. Ecco, ad esempio, una simulazione pratica: per il cliente tipo con consumi medi di 2.700 kWh (chilowattora) all’anno e il classico contatore da 3 kW (chilowatt)di potenza massima l’aggravio mensile comprensivo di imposte è stimato per il 2016 in 0,9 euro, con un sovrappiù nel 2017 di 0,09 euro e un ulteriore aggiunta nel 2018 di 0,76 euro, per 21 euro totali al termine dei tre anni, per una spesa che passerebbe da 505 a 526 euro. Il cliente non bisognoso a bassi consumi (1.500 kWh l’anno), magari perché single benestante e ora gratificato dall'iniquità tariffaria che garantisce prezzi sociali a chi assolutamente non ne ha diritto, subirà un aggravio più significativo: 2 euro al mese nel 2016, altri 3,7 euro al mese nel 2017 di un ulteriore ritocco di 0,6 euro al mese nel 2018. Invece per la una famiglia numerosa con consumi medi di 3500 kWh all’anno il risparmio complessivo potrebbe essere, nella simulazione dell’Authority, di 46 euro (da 668 a 622 euro).

Agevolazioni combinate
Insomma, «ogni utente – rimarca l'Authority – pagherà in modo equo per i servizi che utilizza e la gradualità permetterà di evitare eccessivi effetti su chi oggi con consumi bassi paga un po’ meno» e ora tutti saranno chiamati «a pagare l'esatto corrispettivo per il servizio che usano, non più agevolato ma congruente con i costi. Per chi deve consumare di più, ad esempio le famiglie numerose o chi abita in aree non meccanizzate, ci sarà una sostanziale riduzione del sovra costo fino ad oggi sopportato». E a sostegno della ridefinizione dei propri profili di consumo, grazie alla riforma tariffaria e alle opportunità di installare nuovi dispositivi elettrici efficienti, l’Authority anche previsto una agevolazione per il cambio della potenza del contatore, con l’ipotesi di un “azzeramento transitorio” per agevolare e accelerare l’operazione.
Una tariffa moderna che «consentirà di liberare il potenziale di installazione di apparecchiature elettriche efficienti come ad esempio le pompe di calore, le auto elettrica o le piazze dell'induzione, oggi frenate dagli eccessivi costi di utilizzo per la progressività della tariffa» apparecchiature elettriche che oltretutto «meglio si adattano ad un aumento della penetrazione delle fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e dell’energia da loro stesse prodotta, sia di provenienza della rete che autoprodotte consumata sul posto con i piccoli impianti di produzione rinnovabili sempre più diffusi». E a sostegno della ridefinizione dei profili di consumo da parte di ogni utente, grazie alla riforma tariffaria e alle opportunità di installare nuovi dispositivi elettrici efficienti, l’Authority ha anche previsto una agevolazione per il cambio della potenza del contatore, con l'ipotesi di un “azzeramento transitorio” per agevolare e accelerare l’operazione.

Freno agli abusi
Il tutto in nome della razionalità ma anche di quella semplicità e trasparenza della struttura tariffaria che – insiste l’Authority per l’energia – dovrebbe favorire una concorrenza più corretta tra operatori arginando la piaga degli abusi e delle scorrettezze nei confronti dei consumatori. Mai appello (per quanto non nuovo) fu più tempestivo. Proprio ieri l’Antitrust ha infatti sanzionato per complessivi 6 milioni di euro 7 imprese di luce e gas per l'attivazione di forniture non richieste appioppate irregolarmente attraverso la rete degli agenti porta a porta o dopo semplici contatti telefonici. Colpiti marchi di rilievo: Enel Energia e Eni (oltre 2 milioni di euro di sanzione ciascuna), Acea Energia, Hera Comm, GdF Suez Energie, Green Network e Beetwin.

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